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ANSA.IT
2007-03-15 19:18
ABU OMAR, GOVERNO A CONSULTA: ANNULLARE RINVII GIUDIZIO

ROMA - Il governo ha presentato un secondo ricorso alla Corte Costituzionale
per violazione del segreto di Stato da parte della magistratura di Milano nel
procedimento sul rapimento dell'ex imam Abu Omar. L'Avvocatura generale dello
Stato - secondo quanto si è appreso - ha depositato ieri il secondo conflitto
tra poteri dello Stato chiedendo l'annullamento dell'ordinanza con cui il gup
di Milano, lo scorso 16 febbraio, ha rinviato a giudizio 33 persone, tra cui
l'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e 26 agenti Cia.Il ricorso, scritto
dall'avvocato dello Stato Francesco Ignazio Caramazza, ripercorrerebbe i motivi
del primo conflitto presentato dal governo alla Consulta lo scorso 15 febbraio
contro la procura di Milano per violazione del segreto di Stato. Il gup di
Milano - secondo l'avvocatura dello Stato - avrebbe potuto decidere il rinvio a
giudizio di Pollari e degli altri 32 imputati sulla base di elementi diversi da
quelli prodotti dalla procura di Milano violando il segreto di Stato. Sulla
scorta di questa argomentazione, il governo Prodi chiede dunque l'annullamento
dell'ordinanza di rinvio a giudizio. L'avvocato Caramazza ha chiesto la
secretazione anche di questo secondo ricorso alla Corte Costituzionale la cui
ammissibilità verrà presumibilmente discussa dai giudici della Consulta il
prossimo 18 aprile, assieme al primo conflitto sollevato dal governo. Se
passerà il vaglio preventivo della Corte, la questione sarà decisa nel merito
molto probabilmente dopo l'estate. Giudice relatore sarà il vicepresidente
Giovanni Maria Flick.Nei ricorsi alla Consulta - secondo quanto si è appreso -
il governo sostiene che la magistratura di Milano, nell'indagare sul sequestro
di Abu Omar, avrebbe violato il segreto di Stato intercettando i telefoni
cellulari di 180 agenti del Sismi e svelando l'identità di 85 spie italiane e
straniere; avrebbe utilizzato integralmente un documento sequestrato
nell'ufficio romano del Sismi gestito da Pio Pompa nonostante il Servizio
segreto militare avesse già trasmesso lo stesso documento con alcuni passaggi
'oscurati' perché riservati e dunque coperti dal segreto di Stato. Violando
l'identità di 85 agenti e acquisendo elementi riguardanti la struttura del
Sismi con agenti segreti stranieri, la procura di Milano (ma a questo punto
anche il gup che ha disposto il rinvio a giudizio) ha violato - secondo il
governo Prodi - il principio di leale collaborazione tra poteri.



2007-03-15 21:18

ROMA - Annullare il rinvio a giudizio dell'ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e di altri 32 imputati per il sequestro dell'ex imam Abu Omar, tra cui 26 agenti Cia. Il giorno stesso in cui il ministro della Giustizia Clemente Mastella fa sapere che aspetterà la pronuncia della Corte Costituzionale prima di decidere sulla richiesta di estradizione dagli Usa degli agenti Cia, il governo Prodi presenta in secondo ricorso alla Consulta. Con cui chiede, appunto, di annullare l'ordinanza di rinvio a giudizio disposta dal gup Caterina Interlandi, lo scorso 16 febbraio. E questo perché - viene argomentato dall'avvocato generale dello Stato Ignazio Francesco Caramazza - la decisione sarebbe stata presa sulla base di alcuni elementi di prova 'viziati', ossia prodotti dalla procura di Milano violando il segreto di Stato. L'ammissibilità del nuovo ricorso, arrivato ieri alla Corte costituzionale, verrà discusso il prossimo 18 aprile, assieme al primo conflitto del governo contro la procura di Milano. Se giuridicamente si tratta di un atto ritenuto dall'Avvocatura generale "conseguenziale" al precedente, politicamente la scelta del governo viene mal digerita a Milano, dove ancora ricordano le battaglie e le critiche di esponenti del centrosinistra (alcuni di essi divenuti ora sottosegretari) contro l'ex Guardasigilli leghista Roberto Castelli che bloccò la richiesta di estradizione degli agenti Cia. Il processo contro Pollari inizierà il prossimo 8 giugno ed "é bene che vada avanti per accertare la verità, perché è giusto che il popolo italiano sappia se c'é stata una violazione della sovranità nazionale, della Costituzione e dei diritti umani", tuona l'ex procuratore di Milano Gerardo D'Ambrosio e ora senatore dell'Ulivo. Il gup Interlandi si dice "serena" rispetto alla sua decisione di rinvio a giudizio. E intanto il ministro della Giustizia Mastella prende tempo su un altro fronte della spinosa vicenda Abu Omar. Inoltrerà o no negli Usa la richiesta di estradizione degli agenti Cia? All'interrogazione presentata dal presidente della Commissione Giustizia, Cesare Salvi (Ds), il Guardasigilli risponde leggendo cinque cartelle. E annuncia "la necessità di un'ulteriore attesa", in vista del pronunciamento della Consulta. Ma il discorso di Mastella è articolato, con tanto di 'un colpo al cerchio e uno alla botte' : prima difende i pm Spataro e Pomarici dagli "urlati e scomposti" attacchi da parte della stampa Usa verso i quali manifesta il suo "stupore" e la sua "assoluta contrarieta"; poi, però, cambia registro e definisce "istituzionalmente improprie le sollecitazioni" che gli sono arrivate dai magistrati di Milano perché decidesse sull'estradizione degli agenti Cia, quasi si trattasse di "vere e proprie 'messe in mora'" nei suoi confronti. Mastella rivendica, invece, l'autonomia della sua decisione che - afferma - "é un atto politico per eccellenza", che non ha termini di scadenza e che "non comporterà alcun effetto sul regolare svolgimento del processo nei confronti degli imputati", come dimostra il fatto che "anche durante l'attesa della mia decisione il processo ha avuto regolare corso".Al Guardasigilli non sfugge certo che la richiesta di estradizione è sempre possibile anche se gli Usa hanno già fatto preventivamente sapere che non l'accoglieranno mai, ma decide aspettare la Corte Costituzionale. L'accoglimento del ricorso del governo, infatti, "determinerebbe infatti necessariamente il venir meno di parte degli elementi acquisiti bel processo e la regressione di quest'ultimo alla fase delle indagini". La risposta di Mastella lascia "profondamente insoddisfatto Salvi" e "sconcertato" Russo Spena (Prc) per l'esitazione. Nei ricorsi alla Consulta - che sono stati secretati e che verranno decisi nel merito solo se dichiarati ammissibili - il governo sostiene che la magistratura di Milano, nell'indagare sul sequestro di Abu Omar, avrebbe violato il segreto di Stato intercettando i telefoni cellulari di 180 agenti del Sismi e svelando l'identità di 85 spie italiane e straniere; avrebbe utilizzato integralmente un documento sequestrato nell'ufficio romano del Sismi gestito da Pio Pompa nonostante il Servizio segreto militare avesse già trasmesso lo stesso documento con alcuni passaggi 'oscurati' perché riservati e dunque coperti dal segreto di Stato.





INES TABUSSO