00 16/02/2006 22:32
CORRIERE DELLA SERA
16 febbraio 2006
IL CASO
Confalonieri al convegno dei Ds sulla tv

Ha organizzato l’evento Anna Serafini: «Necessaria la presenza della sua azienda»

Sì del presidente di Mediaset. Fassino: la Gasparri non va abrogata ma modificata

ROMA - Esiste anche un galateo politico televisivo, in Italia, anche in tempi di continue contrapposizioni frontali. Prendiamo l’appuntamento di oggi a Roma, nella sala Cristallo dell’Hotel Nazionale a piazza Montecitorio. I Ds vanno verso la seconda conferenza nazionale sull’infanzia e l’adolescenza. Stavolta è sotto esame il caso della tv: «Chi ha paura della televisione? Vecchi e nuovi media per bambini e adolescenti». Il tutto è coordinato dalla responsabile ds per l’infanzia e l’adolescenza, ovvero Anna Serafini, moglie di Piero Fassino. Molti i relatori previsti: i direttori dei tre tg Rai (Clemente Mimun, Mauro Mazza, Antonio Di Bella), il presidente del Comitato tv e minori Emilio Rossi, produttori tv come Marco Bassetti della Endemol Italia e Marco Bernabei della Lux Vide. Ma gli ospiti d’onore sono in realtà tre: il presidente della Rai Claudio Petruccioli, il direttore generale Alfredo Meocci e il presidente Mediaset Fedele Confalonieri.
Ed è proprio questa presenza un caso di «galateo politico televisivo». Fedele Confalonieri non enfatizza molto: «Se mi invitano in un posto, vado volentieri. Soprattutto se l’argomento è interessante. E poi da anni accetto inviti dai festival dell’Unità. Non dimentichiamoci che, noi di Mediaset, dal 1993 abbiamo introdotto la fascia protetta per i bambini dalle 16 alle 19. Siamo noi gli inventori dei "bollini" che segnalano se un programma è adatto o meno ai bambini».
Nessuna paura di introdursi nella «tana del nemico» da parte del presidente di Mediaset. Anzi: «Pochi giorni fa Piero Fassino ha ricordato che siamo una grande azienda che va rispettata. Lo stesso fece a suo tempo D’Alema. E mi auguro che, qualunque sia l’esito elettorale, si continui a valutare Mediaset per come si comporta sul mercato e per i prodotti che propone». Confalonieri conosce le incertezze della politica: «È vero, ogni schieramento ha i suoi fondamentalisti e magari ci sarà anche chi vorrà metterci in difficoltà. Ma il buonsenso deve prevalere. Se i nostri soci sono per metà non italiani, un motivo per tanta fiducia ci sarà».
Anna Serafini fa dell’invito una questione squisitamente tecnica: «Da anni siamo impegnati in una proposta di modifica della direttiva europea sulla tv e i minori. Il dibattito è avanzato in Italia e anche in tutta l’Unione: puntiamo a fissare livelli chiari e riconoscibili per definire cosa siano la v iolenza e la pornografia in tv per tutelare i bambini. Occorre un dibattito interno in tutto il sistema». Ed eccoci alla tv berlusconiana: «Mediaset riveste un ruolo molto importante poiché ogni tv esercita un ruolo e ricopre una propria responsabilità».
Fassino, intervenendo a Canale Italia, spiega: «È sbagliata l’idea che un nuovo governo debba cancellare tutto quello che ha fatto il vecchio. E la legge Gasparri non va abrogata, ma modificata».
P. Co.


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"Le vorrebbero le nostre frequenze"
Confalonieri:editori farebbero incetta
"Giornali come il Corriere della Sera e Repubblica hanno dietro editori che
vorrebbero far bottino delle frequenze digitali che noi abbiamo comprato".
Lo ha affermato il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, a margine
della conferenza indetta dalla "Consulta Ds Gianni Rodari" sul rapporto tra
tv e minori. Il riferimento è all'articolo in prima pagina di Repubblica di
ieri in cui si parla dell'indagine della Ue sul rischio di Monopolio delle
frequenze.
"Le frequenze sono un bene pubblico e noi le abbiamo comperate investendo
400 milioni di euro sulla base di una legge del 2001, voluta dal
centrosinistrra, che ha dato l'avvio al digitale. Quindi con questa polemica
si vuole falsare la realtà", ha proseguito Confalonieri riferendosi alla
richiesta di informazioni fatta dalla Commissione Ue al ministero delle
Comunicazioni ed all'Autorità garante, sulla titolarità delle frequenze
televisive in italia.
"Parliamo del giornale che dovrebbe essere più filo industriale, il Sole 24
Ore: c'è un trafiletto di intitolato C'è un giudice a Bruxelles [1], come se le
nostre frequenze fossero qualcosa di illegale e sottoposto a censura da
parte dell'Europa. Considerare questi nostri investimenti come abusivi e da
espropriare è un'operazione truffaldina da parte di certi organismi di
stampa, probabilmente istigati da chi sta dietro di loro", ha accusato
Confalonieri che ha concluso affermando: "Siamo un'impresa che deve rendere
conto agli azionisti, che non sono solo il signor Berlusconi, detentore di
un terzo dell'azienda la quale ha il 50% straniero più altri investitori.
Noi dobbiamo render conto a loro".


[1]
IL SOLE 24 ORE
16 febbraio 2006
C'E' UN GIUDICE A BRUXELLES (MA.M.) - a pag.17
newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna¤tArtic...
INES TABUSSO