00 09/01/2006 17:09


"Siamo consapevoli del fatto che le leggi da sole non bastano. E che chi ha responsabilita' pubbliche e istituzionali deve ispirare i suoi comportamenti anche a principi morali. Robert Nozick usa una bella formula: "Il fiume della politica scorre nell'alveo dell'etica". E cosi' deve essere. percio', faccio una proposta concreta: alla ripresa dei lavori le Camere si diano un codice deontologico del parlamentare che, ad esempio, vieti i rapporti privati con esponenti di aziende interessate da provvedimenti legislativi in corso di elaborazione; che impedisca di accettare regali se non di valore minimo; che dissuada dall'accettare inviti e frequentazioni pubbliche che possano indurre il sospetto di rapporti privilegiati; che imponga un rendiconto periodico delle spese sostenute per la propria attivita' e dei fondi con le quali vengono coperte. E un codice simile dovrebbero darselo anche i partiti. Non sono stranezze: sono regole in vigore in grandi democrazie come gli Stati Uniti, la Francia, la Spagna".
(On. Piero Fassino (DS), "la Stampa", 8 agosto 2005)


*****************************************************************



www.osservatoriosullalegalita.org/05/acom/08ago2/1700eticapoliti...

Etica e politica : i 7 principi della vita pubblica in Gran Bretagna
trad. Giulia Alliani

In Inghilterra la "Commissione sugli standard di comportamento degli uomini pubblici" (The Committee on Standards in Public Life) ha stabilito e pubblicato "I SETTE PRINCIPI DELLA VITA PUBBLICA", che ritiene vadano rispettati da tutti coloro che ricoprono una pubblica carica o sono impiegati nelle pubblica amministrazione. Essi sono:

ASSENZA DI INTERESSE PRIVATO
I detentori di cariche pubbliche devono agire unicamente in funzione del pubblico interesse. Non devono agire al fine di ottenere vantaggi finanziari, o di altra natura, per se stessi, la loro famiglia o i loro amici.

INTEGRITA'
I detentori di cariche pubbliche non devono mettersi nella condizione di essere debitori di alcunche', denaro o altro, nei confronti di soggetti od organizzazioni esterne che potrebbero cercare di esercitare la loro influenza nell'esplicazione delle attivita' inerenti alla carica.

OGGETTIVITA'
Nell'amministrazione degli affari pubblici, comprese le nomine, l'assegnazione e la stipula di contratti, la segnalazione di soggetti degni di riconoscimenti e benefici, i detentori di cariche pubbliche devono effettuare scelte in base a criteri di merito.

RESPONSABILITA'
I detentori di cariche pubbliche sono responsabili delle loro decisioni e azioni nei confronti degli altri cittadini, e hanno il dovere di sottoporsi a qualunque valutazione in relazione alla carica ricoperta.

TRASPARENZA
I detentori di cariche pubbliche devono essere il piu' chiari possibile nelle decisioni e negli atti che intendono intraprendere. Sono tenuti a fornire le ragioni delle loro decisioni, e non devono limitare l'informazione se non quando lo richieda con evidenza l'interesse pubblico.

ONESTA'
I detentori di cariche pubbliche hanno il dovere di dichiarare tutti gli interessi privati che hanno qualche relazione con i loro pubblici doveri, e di impegnarsi a risolvere qualsiasi conflitto di interessi possa derivarne, in modo tale da proteggere il pubblico interesse.

LEADERSHIP
I detentori di cariche pubbliche sono tenuti a promuovere e sostenere i principi esposti con la loro leadership e con l'esempio.

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org


*****************************************************************


www.osservatoriosullalegalita.org/05/acom/08ago2/1800eticapoliti...

Etica e politica : il codice del buon governo spagnolo
trad. Rico Guillermo

Le finalita' del codice del buon governo, nelle intenzioni del governo spagnolo - che lo ha presentato a dicembre 2004 - e' avvicinare il comportamento delle alte cariche di governo alle esigenze dei cittadini - orientando, premiando o sanzionando le figure istituzionali - per incrementare la fiducia nell'amministrazione.

Il testo - esplicitamente ispirato alle leggi internazionali ed ai principi raccomandati dalle maggiori organizzazioni mondiali - si applica ai membri del governo ed alle altre cariche dell'amministrazione dello Stato ed ai presidenti, direttori e gestori di imprese pubbliche, della funzione pubblica e degli altri organi di supervisione e controllo.

Esso prevede IMPARZIALITA' e INDIPENDENZA delle alte cariche di governo, SOBRIETA' nell'uso del potere, TRASPARENZA e UGUAGLIANZA davanti alla legge, che verranno attuati, fra l'altro, con i seguenti metodi:

- astensione dall'accettare cariche nelle direzioni dei partiti politici, con eccezione del Presidente e i membri del governo

- trasparenza informativa, evitando di alterare o ridurre il contenuto delle informazioni rivolte al pubblico

- eliminazione di tutte le manifestazioni esteriori inappropriate e le ostentazioni

- rifiuto di qualsiasi regalo, favore, prestito, servizio o altra prestazione economica con condizioni vantaggiose che possano condizionare l'esercizio delle loro funzioni

- individuazione con il solo "signore" o "signora", seguito dall'incarico ricoperto e rispetto per le minoranze linguistiche e l'uguaglianza dei generi.

Riguardo alle INCOMPATIBILITA':

- e' istituito un osservatorio sul conflitto d'interessi

- e' istituito un Registro di attivita' e beni e diritti patrimoniali delle alte cariche pubbliche in cui sara' inserito il contenuto della dichiarazione dei redditi di costoro

- le alte cariche non potranno svolgere altre attivita' pubbliche o private per conto proprio o alrui, e non potranno percepire altri stipendi o parcelle

- i beni delle alte cariche in valori mobiliari saranno amministrati in un fondo "cieco"

- ove vi siano violazioni, vi saranno sanzioni speciali che saranno rese pubbliche e chi infrangera' la normativa non potra' essere nominato nuovamente per almeno 10 anni.

Dovranno inoltre essere esaminate dal parlamento prima della nomina le seguenti figure: presidente del CGPJ (il CSM spagnolo), Procuratore generale dello Stato, presidente e membro della Corte Costituzionale, presidente del Consiglio di Stato, presidente e consiglieri della Corte dei Conti, mentre compariranno di fronte alla commissione parlamentare corrispondente i candidati a presidenti delle authority e a presidente della radiotelevisione di Stato.

NB: I CONTENUTI DEL SITO POSSONO ESSERE PRELEVATI CITANDO L'AUTORE E LINKANDO
www.osservatoriosullalegalita.org


*****************************************************************


CORRIERE DELLA SERA
18 luglio 2005
L’ECONOMISTA
Sylos Labini: per la sinistra ci vuole un codice etico alla Zapatero
«Chi divide la morale dalla politica dice sciocchezze e porta il Paese al disastro»

ROMA - Professor Paolo Sylos Labini, oltre a essere un economista, lei è uno dei più agguerriti alfieri della questione morale. E l’altro giorno Piero Fassino ha proprio invocato per gli enti locali - anche quelli guidati dal centrosinistra - «sobrietà di comportamenti, rigore nella gestione e nell’utilizzo di strutture pubbliche». «Già... Ma quando si parla di questione morale, bisogna partire da lontano. È una questione culturale, perché in Italia parlar male di Machiavelli è più difficile che parlar male di Garibaldi: sia in ambiente laico che cattolico, tanto a destra quanto a sinistra».
Si riferisce al noto «fine che giustifica i mezzi» e lo considera dannoso?
«Sì, la banalizzazione di una battuta che Niccolò Machiavelli non ha mai detto in quei termini ma che viene sempre utilizzata per dimostrare che politica e morale sono cose distinte. Invece non è così: se i mezzi usati sono barbari, lo diventano anche i fini. Chi divide la morale dalla politica, o dall’economia, dice sciocchezze e contribuisce a portare il paese al disastro. Fra le cause della crisi argentina ci sono anche evasione fiscale e corruzione elevate a regola. Quando la corruzione diventa sistema, fracassa l’economia e travolge gli stessi corruttori».
Dunque per aiutare il Paese va recisa la radice machiavellica?
«I neomachiavellici culturalmente fanno pena: sono antiquati e fanno finta di essere moderni. Dimenticano anche che cinque secoli fa non c’era il capitalismo industriale, che la democrazia era lontana, che la morale di allora era qualcosa di molto discutibile, c’erano prìncipi civili e prìncipi assassini di professione; dimenticano anche che da quella tradizione e dai Borgia non è arrivato nessun contributo all'unificazione d'Italia. La gente troppo spesso parla ma non sa».
Torniamo all’inizio: l’appello lanciato da Fassino alle amministrazioni locali, Regioni in primis, le piace?
«Speriamo, ha parlato bene... Il fatto è che certe volte in Italia si predica bene ma non si razzola in modo conseguente. Per razzolare bene chiedo, insieme con Occhetto ed altri, che il centrosinistra introduca nel proprio programma di governo un preambolo simile al codice di comportamento varato da Zapatero in Spagna. Non è un fatto morale, ma una cosa vitale per la politica».
Alle Regioni - comprese quelle governate dal centrosinistra, come Campania, Calabria e Lazio - i Ds imputano di aver moltiplicato inutilmente commissioni e incarichi, con danno per il denaro pubblico.
«Appunto servono regole uguali per tutti, con meccanismi automatici. Ma finché i partiti pensano che la politica è costosa e che questi costi vanno accettati anche se sono lontani dalla morale - e qui torniamo a Machiavelli -, la regola è quella del raddoppiare gli incarichi per averne vantaggi politici. Un codice di comportamento, purché non suscettibile di aggiramenti all’italiana, deve coprire tutti questi aspetti. A partire dal controllo della fedina penale "vera" di chi vuol essere eletto».
«Vera»?
«Sì, non quella a fini amministrativi, addomesticata dal beneficio della non menzione di qualche reato. Fino a venti anni fa in Italia i ministri indagati si dimettevano; oggi in Parlamento la percentuale di indagati, rinviati a giudizio e condannati sfiora il 40».
La presa di posizione dei Ds, sancita in Consiglio nazionale da un ordine del giorno presentato da Salvi e Mussi, ha scatenato un putiferio: presidenti di Regione come Bassolino, Loiero e Marrazzo non hanno gradito.
«Non conosco le cose in dettaglio. Ma il discorso base resta lo stesso: serve un codice alla Zapatero che escluda ed eviti le cose attribuite a Bassolino e agli altri. Ma temo che non lo avremo, perché destra e sinistra rischierebbero di perdere troppi seguaci. Basta vedere come Fini ha dimenticato Borsellino...».
Loiero e Marrazzo dicono che l’uscita diessina è autolesionista per la coalizione, perché fornisce materiale alle campagne della destra.
«Che da quelle parti ci sia una buona dose di autolesionismo, è innegabile. Ma allora, perché quelli che ne sono convinti non appoggiano l’introduzione del codice di comportamento? Sarebbe molto meglio dei litigi. Speriamo davvero che d'ora in poi la linea cambi».
Daria Gorodisky

INES TABUSSO