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CORRIERE DELLA SERA
13 novembre 2005

IL CASO / Il ministro rifiuta la candidatura: me l’ha chiesto la coalizione ma il paradosso è che nel mio partito non c’è l’unanimità
Castelli: io sindaco a Lecco? Non ci sto, la Lega è divisa
Il Guardasigilli contestato dagli avvocati. Allarme carceri, a Bergamo feriti negli scontri no global-polizia

MILANO - «La Lega è divisa, non mi candido». Il ministro della Giustizia Roberto Castelli, che nei giorni scorsi aveva dato la sua disponibilità a correre come sindaco a Lecco, sua città natale, rinuncia. «La cosa paradossale - spiega - è che l’unanimità c’è da parte degli alleati, ma non da parte della Lega. Non sono stato io a propormi, mi è stato chiesto dalla coalizione. Ma a queste condizioni non me la sento di correre». Le dichiarazioni del Guardasigilli sono arrivate, ieri a Milano, a margine del congresso nazionale forense, cui il ministro è intervenuto creando, con il suo intervento, la reazione degli avvocati. Castelli ha infatti sostenuto che la giustizia italiana adesso funziona meglio, perchè negli ultimi quattro anni le cause sono diminuite. Settecentomila in meno, ha detto. Ma per gli avvocati la cifra non è vera e comunque il calo è dovuto soltanto al fatto che in tutti i tribunali sono state istituite sezioni stralcio. «L’arretrato - ha sostenuto un avvocato dalla platea - è stato smaltito, ma ora le cause riprendono ad aumentare. A Roma, per esempio, i rinvii in Appello vengono fissati per il 2010». Pronta la risposta del ministro: «Che le cause sono diminuite è un dato di fatto, nulla impedisce di ricostituire le sezioni stralcio. Ma il problema della nostro giustizia rimane l’eccessiva durata dei processi che fa accumulare il numero di cause. Bisogna ridurre i processi».
Intanto, ieri a Bergamo, si è vissuto un pomeriggio di tensione per una manifestazione non autorizzata, organizzata da no global e aderenti all’area anarchica contro il sistema carcerario. Una iniziativa che dovrebbe poi estendersi ad altre città. Gli scontri sono scoppiati quando un cordone di poliziotti ha cercato di impedire al corteo di avvicinarsi al cancello del carcere di via Gleno. E’ nata allora una guerriglia che si è conclusa verso sera con tre poliziotti contusi, alcuni manifestanti feriti e una ventina di fermi.

L. Cor.
INES TABUSSO