00 11/10/2005 17:39

"Persino Marco Travaglio, giornalista-polemista è meno caustico del solito: «Se son rose... La prova che qualcosa è cambiato l’avremo quando saranno tornati tutti gli epurati, di destra e di sinistra: Beha, Santoro, Biagi, Luttazzi, Fini, Guzzanti. Gli italiani preferiscono loro a una diretta con Prodi. Fino ad allora saremo autorizzati a pensare che nella famosa visita a Palazzo Grazioli siano stati presi certi impegni»".


"Il fatto che a qualcuno sembri che le cose vanno meglio «solo perché c’è stata una diretta del discorso di Prodi, ci fa capire quanto stiamo messi male», dissente il professor Elio Veltri, ex girotondino [???]. «Su questo Cda mantengo forti riserve, è espressione diretta dei partiti. Zapatero sì che ha riformato le tv, rese indipendenti. E invece da Vespa o da Floris si parla sempre delle stesse cose con gli stessi invitati. La Dia calcola che ci sono 1 milione e 800mila affiliati alla mafia e che il suo patrimonio è di 2 milioni di miliardi di lire. Ma su questo, nemmeno una puntata»".




CORRIERE DELLA SERA
11 ottobre 2005

IL CASO / Dopo la diretta di Raitre sul comizio di Prodi
Colombo e sinistra radicale

ROMA - Il cappello dell’asino dunque non lo meritava. Pochi giorni dopo il declinato invito al convegno di MicroMega, percepito come una trappola, per Claudio Petruccioli e il suo cda arrivano parole di apprezzamento. Le ha scritte ieri sull’ Unità Furio Colombo. Che al presidente della Rai e agli altri 8 consiglieri riconosce un certo merito per quell’ora di diretta su Raitre dal palco dell’Unione. «Il discorso del capo dell’opposizione è andato in onda come in un Paese normale, come in qualunque democrazia», osservava piacevolmente stupito l’editorialista. Lode ai giornalisti del Tg3. Ma lode anche al mutato cda e alla presidenza di viale Mazzini. «Qualunque cosa si pensi del come è avvenuto il cambiamento, i pochi che non avevano perso coraggio alla Rai adesso non si sentono più soli». Spiega Colombo: «Ho stima profonda e antica per Petruccioli, Curzi e Rizzo Nervo, ero certo che avrebbero fatto la differenza e si è visto. Il suo passaggio a Palazzo Grazioli è stato infelice ma Claudio è persona non comprata e non comprabile. Le critiche? Noi della sinistra abbiamo la specialità di essere più cattivi degli altri con noi stessi».
Ha letto e si è complimentato il consigliere Sandro Curzi: «Se ne accorgono, finalmente. Petruccioli si sta impegnando fortemente per permettere alla Rai di riprendersi. Lavoro durissimo, dopo i danni seri del centrodestra. Non siamo le cinghie di trasmissione di nessun partito, l’irrisione verso il presidente mi dispiaceva, lui sa che se restiamo autonomi saremo fortissimi». Persino Marco Travaglio, giornalista-polemista è meno caustico del solito: «Se son rose... La prova che qualcosa è cambiato l’avremo quando saranno tornati tutti gli epurati, di destra e di sinistra: Beha, Santoro, Biagi, Luttazzi, Fini, Guzzanti. Gli italiani preferiscono loro a una diretta con Prodi. Fino ad allora saremo autorizzati a pensare che nella famosa visita a Palazzo Grazioli siano stati presi certi impegni».
Segnali incoraggianti ne coglie pure Michele Santoro, l’epurato massimo: «Vedo volare qualche rondine che annuncia una primavera anticipata. Non c’è stata soltanto quella diretta. Su Raitre si è rivista la Dandini, nella sua trasmissione è ricomparso Corrado Guzzanti nei panni di Tremonti. Il sabato sera c’è la Superstoria, in tanti a piazza del Popolo concordavano che è buon segno». Detto ciò, chiarisce, la strada è ancora lunga. Pure per lui: «Se aspettano ancora un po’, invecchiamo nell’attesa». La sua situazione, ragiona, è tale è quale: irrisolta. «Ma in Petruccioli ho fiducia totale, chi pensava di trovare una persona da vendere e comprare si è sbagliato». La nuova Rai sorgerà, dice, quando saranno sparite le censure.
Il fatto che a qualcuno sembri che le cose vanno meglio «solo perché c’è stata una diretta del discorso di Prodi, ci fa capire quanto stiamo messi male», dissente il professor Elio Veltri, ex girotondino. «Su questo Cda mantengo forti riserve, è espressione diretta dei partiti. Zapatero sì che ha riformato le tv, rese indipendenti. E invece da Vespa o da Floris si parla sempre delle stesse cose con gli stessi invitati. La Dia calcola che ci sono 1 milione e 800mila affiliati alla mafia e che il suo patrimonio è di 2 milioni di miliardi di lire. Ma su questo, nemmeno una puntata».

Giovanna Cavalli
INES TABUSSO