00 02/09/2005 07:56


LA PADANIA
1 settembre 2005
ESCLUSIVO - IL FANTASTICO TESTO SCRITTO DAI COLLEGHI DEL FUNZIONARIO UCCISO
Anticipiamo ?le verità? del libro

Carlo passera
In Italia non ci si annoia mai (anche per questo quello italiano è un popolo
cialtrone: è abituato troppo bene). Prendiamo il caso Nicola Calipari, tanto
per dire: e scusateci fin d?ora se usiamo toni leggeri parlando dei contorni
sempre più grotteschi che assume un dramma reale, la morte in missione di
un serio e coraggioso servitore dello Stato, rara aves tra i cialtroni di
cui sopra.
Dunque, riassunto delle puntate precedenti. Una molto migliorata - beh, ci
voleva poco - Stampa di Giulio Anselmi pubblica una intervista a Maurizio
Scelli, ex commissario della Croce Rossa Italia, che parla dei contorni spinosi
della liberazione di Giuliana Sgrena e della morte di Calipari. Tutti parlano
di ?dichiarazioni clamorose?, benché le stesse cose, più o meno, le avesse
già messe per iscritto tal Bruno Vespa, che infatti schiatta d?invidia. Pazienza.
Certo, fa specie come Scelli, già considerato fedelissimo di Berlusconi,
se ne esca con certe frasi. Ma uno neanche fa a tempo a domandarsi che mai
sia successo, perché mai Scelli si smarchi in modo così plateale, che accadono
contemporaneamente alcune cose:
1) la Repubblica (toh, la Repubblica) pubblica in esclusiva la notizia dell?arresto
di quattro persone implicate nel sequestro Sgrena, pronte a rivelare chissà
quali altri particolari piccanti sulla vicenda;
2) l?Unità (toh, l?Unità) strilla in prima pagina la prossima pubblicazione
su un libro sul caso, che sarà allegato sabato al quotidiano fondato da Antonio
Gramsci.
L?Italia è un Paese buffo, dicevamo, e così capita di apprendere che a scrivere
stò tomo sono alcuni 007, ?il cui legame con il capo sacrificato dal fuoco
amico - scrivono gli eredi, ahilui!, di Gramsci - ha fruttato negli ambienti
dell?intelligence militare un soprannome significativo: i Calipariani?. Sulle
prime siamo rimasti abbastanza sconcertati: i ?Calipariani?, gli 007 che
scrivono libri di retroscena, i detective allegati a l?Unità, i segreti di
Stato in edicola al prezzo di 5,90 euro più il costo del quotidiano - se
preferite, però, c?è il cd di Pino Daniele a 7 euro -, Scelli che sbraca,
la Repubblica che scooppa...
Un sovrapporsi di vicende mica male, sembrano quasi andare a tracciare un
mega-disegno coordinato per creare qualche enorme grattacapo interno e internazionale
al governo Berlusconi... Ecco, eravamo afflitti da questi cattivi pensieri.
Diciamola tutta: noi ci auguriamo vivamente che questo libro faccia davvero
chiarezza sulla morte di Calipari, renda giustizia a lui e alla sua famiglia.
Dato che, però, ne dubitiamo ampiamente (se vi fossero notizie nuove, a occhio
e croce andrebbero fornite alla magistratura prima che ai lettori, a 5,90
euro più il prezzo del quotidiano, in alternativa c?è Pino Daniele) e poiché
la strumentalizzazione politica di questa vicenda ci sembra una porcata umana
e intellettuale di alto livello, abbiamo voluto scavare più a fondo.
Per fortuna nostra, nemmeno la Padania si fa mancare nulla e ha ottime entrature
nel Sismi (presto pubblicheremo volumi con particolari agghiaccianti sulla
cotonatura dei capelli di Furio Colombo, nonché uno speciale sulle reali
ragioni dell?abbronzatura di Antonio Padellaro). Siamo così ora in grado,
in esclusiva planetaria, di anticipare un brano del libro. È un dialogo riservato
tra personaggi la cui identità gli 007 autori del testo, correttamente, hanno
voluto nascondere sotto gli pseudonimi ?Silvio Cavaliere? e ?George l?americano?.
Silvio Cavaliere: «Ma che c... (linea disturbata) avete combinato? Non si
può mai stare tranquilli, con te, George! Così, mi fai cadere tutti i capelli!».
George l?americano (parla con la bocca piena, gli 007 annotano: ?Secondo
fonti attendibili, sta divorando un ragazzino?): «Cosa vuoi di più? Sai che
i miei ragazzi volevano fare un poco di festa. Come ti avevamo promesso,
non abbiamo usato né le bombe al napalm, né il carro armato».
S: «Ma che c... (linea disturbata) dici! Avete sbagliato tutto! Avete ucciso
un uomo del Sismi!».
G: «Aspetta che controllo (voci in sottofondo). In effetti, potrebbe esserci
stato un errore. (voce di sottofondo) Scusa, mi suggeriscono: un effetto
collaterale».
S: «Un errore?! E ora che figura ci faccio?»
G: «Ma Silvio, renditi conto: non era facile colpire proprio la comunista,
al buio...».
S: «Vabbé, dai, ora ti passo Gianni, vediamo come coprire la cosa. L?importante
è che non esca nulla su l?Unità, che gran giornale».
Questo, all?incirca, scriverà - senza intenti polemici né volontà di strumentalizzazione
- il libro allegato a l?Unità. C?è chi giura sull?autenticità del dialogo.
C?è chi dice che l?Unità lo voglia sfruttare per fini politici. Noi, non
ci crediamo. La questione è troppo seria, complessa, delicata, drammatica,
già ampiamente avvelenata da falsità e omissioni; la figura di Calipari troppo
nobile, degna di stima; la giungla irachena troppo caotica, inestricabile
e tragica per ridurre tutto a macchietta, ad allegato (5,90 euro, altrimenti
c?è Pino Daniele), a sfida Berlusconi-Prodi, a chiacchiericcio penoso come
anche noi qui colpevolmente e cinicamente (torniamo a scusarcene) abbiamo
fatto.





01/09/2005

Dalle rivelazioni di Scelli alla pubblicazione dal titolo rivelatore ?Ucciso
da fuoco amico?
Caso Calipari, chi trama dietro le quinte
La sinistra tenta di mettere in difficoltà il Governo con una serie di colpi
bassi per minare i rapporti tra Usa e Italia

Ieri le hanno mostrato le foto di quattro persone arrestate a Baghdad ma
lei non ha riconosciuto nessuno come suo sequestratore. Giuliana Sgrena,
rapita il 4 febbraio scorso, aveva già dichiarato di non essere in grado
di aiutare gli inquirenti, perché i suoi sequestratori si erano mostrati,
al suo cospetto, sempre con il volto coperto. Le indagini, però, vanno avanti
lo stesso. C?è un?inchiesta aperta, presso la Procura di Roma, che riguarda
non solo il rapimento della giornalista de il manifesto, ma anche la morte
del suo liberatore, il funzionario del Sismi Nicola Calipari. Ancora troppi
misteri restano da chiarire. A smuovere le acque tornando a far parlare della
triste vicenda del servitore dello Stato, rimasto ucciso nell?adempimento
del suo dovere, dopo aver portato a termine la propria missione, è stata
l?Unità. Sabato prossimo, infatti, uscirà un libro che sarà distribuito insieme
al giornale diretto da Padellaro. Il titolo rievoca la vicenda: ?Nicola Calipari,
ucciso da fuoco amico?. È stato scritto da un gruppo di funzionari del Sismi
molto legati al ?capo? rimasto ucciso a Baghdad. Questo legame ha fruttato
loro, negli ambienti dell?intelligence militare, un soprannome molto significativo:
i ?Calipariani?. L?autore è Marco Bozza, nome collettivo con il quale i giornalisti
che hanno conosciuto Calipari hanno scelto, a sei mesi di distanza da quella
tragica morte, di rendere un doveroso omaggio al loro amico. Ma questo libro
non vuole essere soltanto un ricordo, bensì anche una spallata verso quel
?muro di gomma? che, ad oggi, impedisce di fare piena luce su quanto è accaduto
la notte del 3 marzo 2005.
Nel libro è contenuta anche una toccante testimonianza della vedova Calipari,
la signora Rosa, che trova la forza per andare avanti soltanto nella disperata
ricerca della verità. Quella verità che, a ben vedere, non sarà possibile
ottenere senza la fattiva collaborazione degli americani. «Non era un Rambo
né uno 007 con licenza di uccidere - racconta la vedova -, ma un uomo che
in altre delicate operazioni aveva dimostrato di possedere le qualità per
negoziare anche con gli elementi più integralisti del contesto mediorientale».
A quanto pare il Governo non avrebbe gradito le anticipazioni relative al
libro che uscirà sabato prossimo con l?Unità. In ballo ci sarebbe molto di
più della ?verità? che la vedova Calipari e gli italiani pretendono. Dalle
rivelazioni fatte dai colleghi del funzionario del Sismi emergerebbe un quadro
di sostanziale diffidenza che gli italiani avrebbero avuto, ma ben tenuto
nascosto, nei confronti degli americani. Questa diffidenza in Iraq sarebbe
diventata addirittura ?paura?, una pericolosa paura degli uomini dei nostri
servizi segreti nei confronti dei soldati statunitensi, nei difficili momenti
relativi al sequestro Sgrena.
Subito viene spontaneo - e qualche giornale l?ha già scritto - il collegamento
tra la tragica morte di Calipari e la ?verità? sulla liberazione delle due
Simone, fatta alcuni giorni fa dall?ex commissario straordinario della Croce
rossa, Maurizio Scelli. Che interesse avrebbe potuto avere, Scelli, nel concedere
l?intervista a La Stampa, il 25 agosto scorso, con la quale screditava, in
un colpo solo, la Croce rossa, il Governo italiano e l?azione umanitaria
in corso in Iraq? Com?è noto l?ex commissario della Croce rossa aveva dichiarato
che «per salvare le due Simone i mediatori chiesero di curare e salvare la
vita a quattro presunti terroristi ricercati dagli americani, feriti in combattimento»
e che questo sarebbe avvenuto all?insaputa degli Stati Uniti, di pieno accordo
con il sottosegretario Gianni Letta.
«Nel caso Sgrena-Calipari - scriveva La Stampa il 25 agosto - la versione
ufficiale italiana dice che gli americani furono informati dell?operazione
mentre la giornalista de il manifesto veniva accompagnata all?aeroporto.
Scelli, che non fu protagonista di questa fase finale, non smentisce questa
versione e sottolinea che anche per Giuliana Sgrena, la Croce rossa si attivò,
ma dal giornale avrebbero respinto l?offerta di aiuto».
Par di intuire, quindi, che ci sia un filo conduttore tra l?uscita del libro
su Calipari e la ?strana? rivelazione di Scelli. Un trait d?union che potrebbe
nascondere un sottile gioco politico, volto a mettere in difficoltà Palazzo
Chigi, sia di fronte all?opinione pubblica sia, soprattutto, nei confronti
degli alleati americani. Intanto l?associazione Articolo 21 ha preannunciato
una raccolta di firme, che saranno consegnate al Presidente della Repubblica
ed ai presidenti del Senato e della Camera, per chiedere che sia fatta chiarezza
sulla vicenda Calipari. L?associazione, che ha scelto di dare l?apertura
del proprio sito internet alla lettera ?Non c'è pace senza giustizia? che
Rosa Calipari ha scritto ieri su l?Unità, ha dichiarato di voler chiedere
alle massime istituzioni italiane una risposta coerente che dia chiare risposte
sulla morte di Nicola Calipari: «Non vogliamo che il buio e l?opportunismo
possano arrivare a cancellare il suo atto eroico».
Forte è il rischio che la verità sulla sparatoria del 4 marzo scorso non
venga mai a galla. È triste doverlo ammettere, ma è così. Ne ha parlato anche
il professor Antonio Cassese, ex presidente del Tribunale per i crimini nella
ex Jugoslavia, intervistato ieri da l?Unità. «Gli Stati Uniti - rivela Cassese
- non consegneranno mai le testimonianze, né permetteranno agli inquirenti
di interrogare i militari americani che hanno partecipato alla sparatoria».
Lo stesso accadde per la strage del Cermis nel 1998, quando un jet americano
tranciò i cavi di una funivia provocando la morte di numerose persone. Anche
in quel caso si parlò - e forse non a torto - dei ?cattivi americani?, ma
nessuno si sognò di mettere in croce il governo italiano. Ma allora a governare
era la sinistra.
Or. Sac

[Modificato da INES TABUSSO 02/09/2005 7.58]

INES TABUSSO