Con passi lenti e misurati, l’uomo avvolto in numerosi panni drappeggiati dalle sfumature porpora, percorreva il lungo corridoio che portava alla sala del trono. Arazzi che raffiguravano scene di caccia e d’arme ricoprivano le pareti del castello di Schonbrunn, antica dimora della nobile famiglia degli Hoshenstahufen. Due guardie, che indossavano delle armature baroccamente decorate, incrociando le due alabarde, sbarravano la robusta porta borchiata d’oro.
ordinò ai soldati . Una delle guardie sputò per terra, prima di rifilarli un brutale spintone bloccandogli le mani. L’ambasciatore urlò, più di rabbia che di dolore, l’armigero rimasto fermo scoppiò in una fragorosa risata La sua accorata protesta divenne un flebile singulto quando incrociò l’innaturale gelido sguardo della guardia sogghignò
La scena che si presentò agli occhi del uomo era assolutamente irreale, ributtante, ma al tempo stesso, perversamente attraente: su un pavimento ricoperto da tappeti dai colori psichedelici, giaceva uno stuolo di donne completamente nude, avvinghiate fra loro in un orgia estatica del tutto innaturale, come un grido di una divinità perversa. L’inviato imperiale vomitò, ma nonostante l’orrore che provasse, non riusciva a distogliere lo sguardo, dalla figura che spiccava nella sala: una donna bellissima, con una carnagione bianca come il latte contrastata dai capelli corvini che gli scendevano fino alle ginocchia, sedeva su un’imponente scranno dorato decorato con bassorilievi di guerrieri che combattevano mostri dagli occhi di rubino. Sedute sulle gambe della donna, giacevano due giovani ragazze le cui labbra voluttuose avvolgevano i rigogliosi seni della donna. Appena la donna intercetto lo sguardo dello sconvolto nobile, egli capì di essere perduto: era suo, una sua creatura, completamente avvinta alla sua volontà, se quella donna gli avesse ordinata di morire, lui, non avrebbe esitato. il suo cuore ebbe un balzo quando la voce cristallina della donna sovrastò le grida di piacere che riempivano la stanza l’uomo, inebetito, pendeva dalle sue labbra e non fece altro che annuire improvvisamente la donna cambiò voce, assumendo un profondo e antico suono carico di mistero e di lascive promesse e, allargando le braccia a mo di invito,
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I nani sono coloro che muoiono dopo la speranza
Mai accettare un dono da un elfo
Mai fidarsi dell'oro che brilla nell'oscurità
Mai dimenticare un torto