weekend tra mare e monti Savonesi

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pedra85
00lunedì 30 maggio 2011 22:40
7 Maggio 2011

Studiandomi vari itinerari liguri, anche grazie ai preziosi consigli di Piero Lenti, sono saltati fuori 2 percorsi niente male nel Savonese. L’ unico loro punto in comune è a Garessio, nel Cuneese, ma per comodità di viaggio pernotterò a Toirano, paese con un tipico centro a pochi kilometri dalle spiagge di Borghetto santo Spirito.

Oggi è il giorno del giro facile, che grossomodo percorre al contrario la Medio fondo di Pietra Ligure che ho disputato nel 2003 e 2007. Non ho aspettative particolari, ci sarà molto fondovalle ed i posti non mi saranno nuovi, sebbene in gara abbia solo percepito la bellezza della salita al giogo di Toirano, o l’ impegno necessario per il colle del Melogno.

I primi metri scorrono via veloci, sul lungomare cerco di rimanere il più possibile al confine delle spiagge, già frequentate da turisti che come me respirano il sapore della salsedine emanato dalle onde infrante sugli scogli. Queste sono le zone in cui lego i miei ricordi vacanzieri dell’ età pre-adolescenziale, quando guardavo quella via che saliva a Toirano, e sognavo gli alti monti che sovrastano il mare… Ora i sogni sono alla mia portata e partono da Finale Ligure, con il nome di Colle del Melogno, una salita infinita di 14km senza un metro in cui rifiatare. Una di quelle ascese da prendere costanti per potersi salvare. Non è nulla di eccessivo, però 1000m di dislivello son da prendere con la dovuta cautela.
Poco prima del GPM scopro che ho sempre incluso questo passo nel mio elenco senza permesso, le gare arrivavano a questo bivio che si trova 500m prima del fortino che segna il punto più alto, regalando un suggestivo passaggio in un tunnel. Torno indietro a quel bivio ed incontro un altro disperso come me, che ha ancora 2 ore di libertà e cerca di sfruttarle al meglio studiandosi la cartina. Il bello del ciclismo è che bastano 2 parole per diventare soci e proseguire insieme verso la frazione Bormida, schivando buche e trovando accidentalmente il bivio per Osiglia, che intraprendiamo. Lui è di Alba, dopo la salita insieme gli lascio il biglietto da visita del mio blog. Il suo ritorno sarà nuovamente per il colle del Melogno, mentre per il sottoscritto si tratta ancora della prima metà.

Osiglia mi accoglie lanciandomi sulle rive del lago ononimo, c’è un forte vento a favore che dal mare scavalca i monti e che mi spinge sino alla val Bormida. Ora c’è il tratto più noioso, la strada larga e bella scorre tra 2 strette file di monti incontrando sporadiche frazioni e una frana che ha completamente chiuso il passaggio, tanto che è stata creata in fretta e furia una deviazione apposita. Eolo fa i capricci, prima mi spinge, poi mi frena, poi mi rispinge senza soluzione di continuità sino al bivio del colle dei Giovetti. L’ idea iniziale mi porterebbe a Garessio, ma quei tornanti dalla pendenza contenuta mi invitano troppo e quando sono in cima decido di semplificarmi il percorso scendendo a Bagnasco, in val Tanaro, consapevole di sorbirmi una quindicina di km di piano in una vallata più larga della precedente, ma con l’ aria costantemente in faccia che fa saltare la catena dal 50 (nei momenti di bonaccia) al 34, quando arrivano le sferzate più forti. L’ inclinazione sotto la ruota è trascurabile, ma è qui che farebbe proprio comodo un compagno di viaggio con cui dividere le fatiche.

Garessio mi accoglie con l’ ultima neve dei suoi monti e con delle pale eoliche sul crinale, già penso a domani quando queste bellezze le avrò sottomano, per adesso devo preoccuparmi della successiva salita, con diversi kilometri tra 9% e 10% che terminano ai 1130m del colle Quazzo. Questa è stata tosta, ed ora la fatica si fa sentire, il ritmo cala anche grazie alla volontà subconscia di risparmiare energie per domani (160km e 3.4km di dislivello). Picchiata divertente a Calizzano, manca solo uno svalicamento prima della fine, o almeno è ciò che credo.

Un giro a Bardineto è un’ ottima scusa per far riposare la gamba, manca ancora della strada al giogo di Toirano e questo vento opposto aumenta del 2-3% la pendenza che sulla carta è molto facile. Rimango sorpreso quando intravedo il passo, sono felice perchè alla fine non c’è stata salita, però credevo di aggiungerne una al mio lunghissimo elenco. La discesa è bellissima, un asfalto tenuto bene accompagna i diversi tornanti di questa serpentina che si incunea in 2 pareti di roccia, con un panorama di forti contrasti tra la montagna ed il mare sullo sfondo, con paesini che sembrano sorti qui come se i semi dell’ umanità sia stato portato dal vento e si siano fermato proprio in questi punti.
Nonostante tutto sono in orario, decido quindi di scalare il ripido strappo delle famosissime grotte di Toirano, dopo tutti i kilometri controvento il 15% fa quasi piacere. Il B&B in cui dormo è nel centro storico del paese, fatico a trovarlo avendo così l’ occasione di conoscere la faccia bella di questo paese, formato da un centro vietato alle macchine e meritevole dei 100 borghi più belli d’ Italia, circondato invece da condomini e strade come molti luoghi turistici liguri.

Finisco la giornata con una doccia (ovviamente) ed una cena con pizza e secondo. La pizza Margherita è la miglior scelta per il rapporto qualità/prezzo: costa la metà di un piatto di pasta e nutre un 30% in più. E come dolce, un bel gelatone gigante!

In totale 143km e 2700m di dislivello alla ragguardevole media dei 25 orari! La traccia è questa: http://tracks4bikers.com/tracks/show/52914
I consigli che posso dare sono questi:
le valli Tanaro e Bormida sono molto ventose, essere in un gruppo anche piccolo è di grande aiuto.
Forse è meglio percorrerlo in senso inverso, salendo prima al Gioco di Toirano e poi al Melogno direttamente da Osiglia.

Chi vuole accorciare può evitare il passaggio in val Tanaro evitando Garessio, in tal caso diventa un giro piuttosto abbordabile.

Colle del Melogno nella galleria artificiale del forte

Panoramica del lago di Osiglia

La frana a Murialdo che ha completamente bloccato la statale

Dal Giogo di Toirano verso il mare. Mi lancierò lì in mezzo

Toirano dal parcheggio delle grotte

Crazy Rider
00martedì 31 maggio 2011 01:53
Esattamente 10 giorni dopo, il 17, ho fatto Melogno, Calizzano, Giovetti, Bagnasco, Garessio, Quazzo, Calizzano, Giogo di Toirano, il giro che avevo "messo sulla carta" in risposta proprio a te in questa discussione e parlarne mi ha fatto evidentemente decidere. Mi consola il fatto che, se per me è stata una sofferenza la strada da Bagnasco a Garessio, anche per te non è stata una passeggiata. Ed anche per me è stato piacevole scoprire la dolcezza della "salita" al Giogo di Toirano da Calizzano, visto che dovevo anche tornare ad Albisola!!!

velo45
00martedì 31 maggio 2011 13:54
Bravo Pedra bel giro! Per il prossimo ti consiglio un bel "triplete" : partenza da Pieve di Teco, colle d'Oggia, discesa ad Arma di Taggia, poggio di SanRemo, salita al Monte Ceppo, discesa a Molini di Triora, salita al Passo Teglia e discesa finale a Pieve di Teco. sono circa 230km per 3500 dlsl. ma i panorami di una bella giornata compensano le fatiche. (in alternativa se ti venisse piu comodo fare tutta l'autostrada fino a Sanremo, basta invertire l'ordine dei colli.
M
pedra85
00mercoledì 1 giugno 2011 23:30
Forse il più bel giro di sempre, di sicuro il più vario

Sto pensando ad una "triplete", se non "quadriplete" tra Albenga, Imperia e Mentone, ho tre giri allo studio da perfezionare che girano tutto l' imperiese, più un quarto da tracciare nel Savonese occidentale...
Ma ora il racconto di un giro sorprendente, ringrazio Pierole e Oldscat per le preziosissime dritte


8 Maggio

La sveglia suona presto, almeno per i miei standard, perchè oggi è in programma uno dei giri più duri che abbia mai fatto, con almeno 160km e 3400m di dislivello, seguito dal rientro a casa in autostrada, motivo per cui non posso prendermela con troppa calma. La colazione al B&B “profumo di dolci” di Toirano è un abbuffarsi per accumulare calorie in vista della giornata: pane, focaccia e altre delizie scompaiono dal mio vassoio e pure da quello degli altri ospiti.
Impiego veramente tanto a partire, la prima pedalata tra le strette mura cittadine arriva solo alle 10, con la borraccia carica e tanta voglia di arrivare ad un soffio dal confine francese, ai piedi delle Alpi marittime.

Non ho tanto tempo da perdere, ma non resisto ad una sosta in riva al mare, dove tempo fa ho trascorso alcune vacanze estive e dove tanti si godono il tiepido sole del mattino. La giornata è limpida e la temperatura ideale per pedalare.
Riprendo il lungomare sino a Ceriale, dove indovino abbastanza facilmente la deviazione diretta per Cisano sul Neva, una strada larga ed ondulata attraverso la piana di Albenga, circondata da campi, palme ed ulivi. A Cisano il paesaggio cambia, intrapreso poi il bivio per Caprauna ho la sensazione di essermi teletrasportato in Trentino, avanzando su una strada piana che segue il torrente, con a destra e sinistra due fila di monti che la circondano imperiose, con pareti rocciose che riportano in mente il passo San Valentino da Avio (TN). Frazioni abitate composte da 2 case scorrono alla mia destra, poi a Castelbianco si inizia a far sul serio, d’ ora in avanti si fa sul serio e la salita al colle di Caprauna è trentina anche nelle cifre: sono 1300m di dislivello totali, la pendenza costante e pochissimi tratti in cui riposare.
La stanchezza residua dal giorno precedente svanisce con le prime faticose pedalate, il ritmo è più che buono e la quota si alza in fretta tra la gola che scende ed i monti che si avvicinano. Supero con troppa facilità alcuni turisti, perdo qualche pedalata per salutarli e dalle risposte capisco che sono danesi, sia per il “ciao” pronunciato a fatica, sia principalmente per la bandiera sulla maglia di alcuni. La velocità relativa con cui li passo mi fa sentire perfino in colpa, loro stanno faticando molto più di me, e non hanno più la gioventù dalla loro parte. Affianco uno di loro per qualche minuto, mi spiega che sono una quindicina di pensionati dalla Danimarca, il più giovane dei quali ha 59 anni. Che dire… complimenti vivissimi! Riprendo il mio ritmo e ne raggiungo altri tre, che stizziti mi fanno gesto di proseguire per la mia strada, c’è troppa differenza di gamba e di età. Supero anche il paese di Caprauna, ma del colle non vedo nemmeno l’ ombra. Il gruppo danese è molto sparpagliato ed è un continuo incrociar di gente, l’ ultimo a pochi metri dal passo, quando vedo in lontananza diverse macchine parcheggiate che indicano la fine di questa interminabile ascesa.

Ora mi trovo in compagnia dei più veloci del gruppo che già si stanno riposando, alcuni mi invidiano per i miei 65kg, ma io li ammiro per la loro tenacia, non sono certo abituati a scalate come queste, sul retro di alcune divise c’è pure l’ altimetria di una loro manifestazione, scrutandone le quote altimetriche provo quasi tenerezza a leggere valori come 100m slm per i punti più alti…

Dietro di me il Neva ed il mare, davanti a me l’ alta val Tanaro e le Alpi Liguri ancora inbiancate, sarebbe bellissimo riuscire a pedalare tra la neve partendo dal mare, ma sarei felicissimo di poter solo toccare gli ultimi rimasugli nei punti più ombreggiati. La discesa è bella, si respira l’alito delle vere montagne, unito a quello marino. Il fondovalle è addirittura più bello del passo, il Tanaro scorre selvaggio dentro una stretta gola sovrastata da torrioni rocciosi verticali che sfidano la gravità e mi lasciano a bocca aperta. E’ incredibile cosa si possa trovare a due passi dalla civiltà!
Il vento è prima a favore e poi contrario sino al colle di Nava, un passo piuttosto importante che da questo lato è poco più di falsopiano. Arrivo in cima giusto per aumentare il conteggio delle salite, ma il mio percorso torna indietro per la seconda ascesa del giorno, quella del passo delle Salse via Mendatica.

Salto da una strada trafficata ad una carreggiata ruvida in cui le uniche forme di vita guidano due fuoristrada con attaccato un carrello, probabilmente per portare in alto gli amanti del downhill. C’è da faticare, il bosco mi ripara dal forte sole e da una temperatura quasi costante a tutte le quote, ma per andare avanti ci vuole forza, che per fortuna ho ancora in abbondanza. Finito il tratto impegnativo mi ritrovo con i monti ancora innevati sulla destra, e con il mare semi-nascosto dalla foschia dall’ altro lato. Alcuni saliscendi benefici mi portano a Mendatica, poi supero un piccolo Tanaro (chiamato appunto Tanarello) che scende impetuoso su un letto roccioso, passo per Le Salse ed inizio il tratto finale di salita al passo ononimo, una scalata con asfalto bello, costante, al sole e pure impegnativa, nella quale il 34×27 fa occasionalmente il suo dovere.
Al passo si sta bene, la temperatura è gradevole e solo di pochi gradi inferiore a quella della spiaggia di Borghetto S.Spirito. Uso il gilet, anche se non servirebbe, e mi lancio nella picchiata verso Upega e le gole del Tanaro. Freno però subito, in un angolo sempre ombreggiato c’è ancora l’ ultima fresca neve, il mio desiderio si avvera e lascio la bici nel fosso per poterla toccare con mano. 4 ore fa ero al mare, ora nella neve!

Prossimamente la seconda parte… Alta val Tanaro, Garessio e ritorno a Toirano


Il mare a Borghetto Santo Spirito

Sembra Trentino, ma sono nell’ entroterra di Albenga

I ricordi si collegano al passo San Valentino da Avio (TN)

Poco fa ero lì sotto, a Nasino

Panorama dai 1370m del colle di Caprauna

NEVE!

pierole1
00giovedì 2 giugno 2011 00:47
Lieto per esserti stato utile.
Complimenti per il racconto, attendo con ansia la seconda parte. [SM=g27985]
oldscat
00giovedì 2 giugno 2011 06:34
Caprauna + Giro delle sorgenti del Tanaro
Grande Pedra e soprattutto grazie per avermi fatto rivivere le emozioni di quelle vallate selvagge. Quest'estate, dopo 9 anni,non andremo in quei posti ma, leggendo il tuo resoconto posso dire che anche quest'anno sono stato sul Caprauna.
pedra85
00lunedì 6 giugno 2011 22:17
parte 2, alto Tanaro

8 Maggio

Dopo aver toccato con mano l’ ultima neve primaverile, rimonto in sella per la discesa verso la val Tanaro. Il territorio è simil-alpino, scorro in una fitta abetaia su una tipica strada secondaria di montagna, ben tenuta, abbastanza ripida con secchi tornanti e divertenti curve. Ad Upega, borgo in pietra ai confini della civiltà, inizia la fase più bella di tutto il giro, quella nelle strette dell’ alta val Tanaro. A destra ci sono ripide pareti verticali con un rigoglioso torrente che scorre impetuoso almeno 50m più in basso, a sinistra l’ orografia è più dolce, ma solo il necessario per permettere alla vegetazione di ricoprire il terreno, davanti a me il maestoso canyon, guardando in alto noto elevate vette ancora parzialmente ricoperte dalla neve, con rivoli fusi che precipitano verso il fondo. E’ un paesaggio magnifico, talmente bello da lasciarmi letteralmente a bocca aperta, le rocce verticali, la neve, le escrescenze montuose che assomigliano come forma alle Dolomiti, tutto pedalando su una strada costruita con la forza, obbligata talvolta a passare in gallerie nude o dove è stato creato lo spazio. E pensare che questo giro l’avevo messo tra le “riserve” di una eventuale tripletta Imperiese!

La valle si allarga mentre scendo verso Ponte Nava, ma devo comunque guardare molto in alto per scrutarne le cime, anche se ormai la neve è un ricordo passato. Ritorno sul percorso dell’ andata ma in senso opposto, un lungo falsopiano mi porterà a Garessio e spero di avere favorevole il bel vento che dal mare si incunea tra i monti. Il primo tratto faticoso un po’ mi spaventa, ma poi la velocità aumenta senza problemi e tra Eolo e pendenze rimango sempre sopra i 40kmh. Anche questo tratto di trasferimento è interessante, la statale scorre affiancata da una ferrovia non elettrificata, la vallata è stretta ed il verde bosco circonda tutto. Improvvisamente, a pochi kilometri da Garessio cambia il vento, ora è fortemente contrario ed è solo grazie alla leggerissima discesa se riesco a mantenere un ritmo decente sino al paese.
Ieri sono passato in questi posti, ma qualche indicazione donatami da un ciclista locale mi aiuta a trovare la corretta via, la stessa che mi aveva portato al colle Quazzo, ma che ora mi rimanderà al mare. Mi fermo in un bar per una brioche e 2 biscotti, la fatica accumulata è ampiamente nei limiti, ma qualche caloria di scorta potrebbe tornarmi utile, considerato che sin’ ora ho mangiato solo qualche fettina di pane ed un pezzo di focaccia, cioè il resto dalla colazione.
Raffiche avverse rendono salita anche il falsopiano iniziale verso il colle San Bernardo, sul cui crinale cresce (a ragione direi) un piccolo parco eolico. La scalata inizia in maniera decisa con punte del 9%, poi si normalizza su pendenze pedalabili, con diversi cambiamenti di direzione che mi regalano qualche spinta della forte brezza, qui mitigata dalla copertura dei colli. Tutti i tornanti sono larghi ed i loro interni presentano piazzole in ghiaia, solo verso la cima ne capisco il motivo, è per far passare i camion che trasportano gli alti supporti alle pale.

Al passo San Bernardo mangio gli ultimi 2 biscotti, fotografo un curioso cartello escursionistico e mi butto in discesa, il grosso è fatto, sono anche in orario, ma manca ancora una bella salita prima di poter finalmente festeggiare. Alcune contropendenze mi innervosiscono, che discesa è se c’è della salita? Una che nel complesso è molto bella, almeno sino al bivio di Castelvecchio di Rocca Barbena, l’ ultima asperità. Continuo agevolmente sul tratto iniziale, rimanendone sorpreso dalla sinuosità della strada, con ampi tornanti terrazzati in muratura che si ergono su rocce a vista ricoperte da vegetazione, saltuariamente boschiva, di tipo mediterraneo, superando anche alcuni vecchi ruderi e arrivando a questo paese dominato da un antico castello.
La seconda parte della salita è più impegnativa ed immersa nel bosco, il traffico è minimo (come in tutto il giro) e salgo decentemente. Un bivio per un santuario e la successiva discesa indicano la fine delle fatiche, svuoto la vescica prima del rientro a casa e mi godo l’ ultimo dislivello negativo. Subito penso alle differenze di asfaltature tra la Liguria e l’ Oltrepò, qui si possono anche prendere dei piccoli rischi e tenere velocità più alte in curva, sebbene non manchino le buche esse sono localizzate principalmente nei paesi. Si aprono anche viste magnifiche sul mare e sul primo entroterra, assolutamente da imprimere sulla fotocamera, la giusta fine di un giro che è partito dalla spiaggia, ha toccato con mano la neve e mi ha fatto scoprire una gran varietà di posti incredibili.
A Toirano sbaglio nuovamente ingresso e devo come ieri attraversare il centro storico, ma è giusto un bel minuto in più prima della partenza verso casa.

E’ stato un itinerario veramente bello, con una moltitudine di panorami ammirevoli e con esperienze estasianti, sicuramente uno dei più bei giri che ho mai fatto, uno dei pochi che mi ha veramente meravigliato. In totale 163km e 3400m di dislivello, alla ragguardevole media di 24.3kmh.

La traccia è questa:
http://tracks4bikers.com/tracks/show/54870
Consigli:

  • Questo giro è tosto, partendo dall’ entroterra di Albenga si evita la salita di Castelvecchio, scendendo dal San Bernardo direttamente all’ arrivo. 140km, 3000m
  • Si può accorciarlo notevolmente evitando l’ alta val Tanaro, scesi da Caprauna si svolta a destra verso Garessio. 110km, 2250m
  • Chi volesse attraversare soltanto l’ alta val Tanaro, può partire da Ormea, risalire la valle e scendere da Mendatica verso Cosio d’Arroscia. 66km, 1400m

gole e passaggi dell’ alto Tanaro

guardando in alto dallo stesso punto

Ponte di Nava

il paradiso di tanti ciclisti maschi :p

la salita per Castelvecchio di Rocca Barbena

panorama su Toirano e Borghetto S.Spirito

CaSe63
00martedì 7 giugno 2011 13:26
Complimenti Pedra, bel giro in posti stupendi.
Grazie per il tuo reportage.
Ciao.
Sergio
grigua
00martedì 7 giugno 2011 14:21

Bello! L'ho letto adesso con la dovuta calma.

Gran bel giro, ottimo racconto e foto davvero invitanti (spettacolare quella delle gole del Tanaro! [SM=g28002] [SM=g28002] )... Tant'è che mi sa che prima o poi te lo copio!!

Ciao!

pierole1
00martedì 7 giugno 2011 15:54
Ancora complimenti per il bel giro.
Il colle dele salse è davvero spettacolare,sarebbe da fare in tutti e due i sensi. E la val Tanaro che posti da funghi!!! [SM=g27988]
Ovvia considerazione:
grigua, 07/06/2011 14.21:


Bello! L'ho letto adesso con la dovuta calma.

Gran bel giro, ottimo racconto e foto davvero invitanti (spettacolare quella delle gole del Tanaro! [SM=g28002] [SM=g28002] )... Tant'è che mi sa che prima o poi te lo copio!!

Ciao!




Un post di Grigua al martedi ore 14.21 : a Genova piove [SM=g27996]
MirkoBL
00martedì 7 giugno 2011 16:10
Spettacolare la strada.
grigua
00martedì 7 giugno 2011 16:10
pierole1, 07/06/2011 15.54:


Un post di Grigua al martedi ore 14.21 : a Genova piove [SM=g27996]



Già....piove! [SM=g28000] [SM=g28000] [SM=g28000]



Perspicace il ragazzo!!

fricius
00sabato 25 giugno 2011 11:34
Che bel giro, me lo ero perso, nei vari racconti. [SM=g28002]
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