Verso l'infinito, ed oltre

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Fog
00lunedì 26 maggio 2014 11:20
 
Non è la prima volta, e temo che non sarà neppure l'ultima, in cui il risultato di una elezione politica mi lascia spiazzato.
Eppure, per smettere di stupirmi, basterebbe che mi appuntassi su un fogliettino di carta il basilare concetto "agli italiani i venditori di specchietti, perline colorate, cianfrusaglie, pozioni miracolose, santini portafortuna e balle assortite piacciono da morire"
Giuro, non sono per arrabbiato. Ho anzi preso atto, in barba alla mie pretenziose illusioni, di essere niente più che una insignificante comparsa nell'ambito di un interessante esperimento scientifico condotto a cielo aperto su un campione di circa 60 milioni di microbi. Ho cioè finalmente realizzato di essere al di là del vetro anziché al di qua, come per anni mi ero illuso illuso.
Tutto qui.
Juan Galvez
00lunedì 26 maggio 2014 16:50
Re:
Fog, 26/05/2014 11:20:

 
Non è la prima volta, e temo che non sarà neppure l'ultima, in cui il risultato di una elezione politica mi lascia spiazzato.
Eppure, per smettere di stupirmi, basterebbe che mi appuntassi su un fogliettino di carta il basilare concetto "agli italiani i venditori di specchietti, perline colorate, cianfrusaglie, pozioni miracolose, santini portafortuna e balle assortite piacciono da morire"
Giuro, non sono per arrabbiato. Ho anzi preso atto, in barba alla mie pretenziose illusioni, di essere niente più che una insignificante comparsa nell'ambito di un interessante esperimento scientifico condotto a cielo aperto su un campione di circa 60 milioni di microbi. Ho cioè finalmente realizzato di essere al di là del vetro anziché al di qua, come per anni mi ero illuso illuso.
Tutto qui.




Alla fine, a fare due conti, siamo sempre intorno al 70%. Circa il 70% degli elettori esprimono SEMPRE il loro voto per l'eterna melassa fascio-democristiana. Questa può assumere le più varie forme, ma il 70% sa riconoscerla SEMPRE. All'interno della melassa, la distribuzione dei voti è varia e cangiante, ma la sostanza della melassa non cambia MAI.

V.
Carlo Maria
00lunedì 26 maggio 2014 18:52
Niente da fare: non riesco a vincere un'elezione neppure quando mi fanno schifo tutti e voto col naso turatissimo e un nodo in gola.
Il risultato eclatante (davvero) del PD mi fa specie ammettere che dipenda tutto da Renzi, a parer mio: non vedo cos'altro possa aver donato 15 punti percentuali a un partito in pochissimo tempo se non la violenza verbale del leader dei pentastellati e l'apprezzamento diffuso anche e soprattutto a destra per l'ex sindaco di Firenze.
Non avevo scelte di campo che mi appartenessero, ma speravo (senza crederci troppo) in un tracollo anche del PD.
Juan Galvez
00lunedì 26 maggio 2014 19:55
E invece è rinata la DC.

"V'avemo portato l'acqua co' le recchie"

V.
koala3
00martedì 27 maggio 2014 12:05
E invece, secondo me, in questi risultati elettorali non c'è assolutamente nulla di stupefacente.
Lo ammetto, avevo sbagliato anch'io i pronostici sopravvalutando Grillo e sottovalutando Renzi, che però davo comunque vincente. Ma solo perchè stupidamente mi ero lasciata influenzare dalle tante chiacchiere di queste ultime settimane, legate anche a sondaggi come al solito, e più del solito, fuori dalla realtà. E forse mi ero lasciata influenzare anche dalla sbruffoneria grillesca tanto tracotante da sembrare fondata.
Ma in realtà, fino a uno due mesi fa mi sembrava inevitabile e plausibilissimo che Renzi "asfaltasse" gli avversari. Sia la destra, indebolita (ma sempre con più voti di quanto un Paese normale lascerebbe sperare, sia chiaro, e ne ero certa), sia Grillo, che, ricordiamolo, ha collezionato insieme ai suoi mesi imperlati delle più colossali e plateali bestialità. Roba da far quasi invidia a quelle inanellate da Berlusconi, con la differenza che l'elettorato di quest'ultimo ne è impermeabile, se non affascinato, mentre almeno una parte dell'elettorato di Grillo conserva un minimo di senso critico (di qui non pochi adios a Grillo da chi lo aveva votato).
Tutto prevedibile, al massimo. Come il fatto che Renzi fosse l'uomo perfetto per il 40%: è un clamoroso pallonaro (o come amano dire altri: "ha ridato speranza"), "sa comunicare", ha promesso tutto tranne la vittoria dei mondiali (una distrazione), sembra il leader carismatico da cui gli italiani non sanno prescindere, non è di sinistra (altro aspetto fondamentale).
Renzi ha pescato nel mucchio, un mucchio grande, e allo sbando.

Tutto prevedibile.
A parte il fatto che se avesse vinto, o quasi vinto Grillo, l'intervento di Giuseppe che apre il topic sarebbe potuto essere scritto con le medesime parole.
Sashimi
00martedì 27 maggio 2014 23:18
Re:
Carlo Maria, 26/05/2014 18:52:

Niente da fare: non riesco a vincere un'elezione neppure quando mi fanno schifo tutti






Carlo Maria
00mercoledì 28 maggio 2014 01:34
Re: Re:
Sashimi, 27/05/2014 23:18:










Nel 1994 mi regalarono una maglietta (che ho tuttora) su cui era riportata quella frase. [SM=x74930]
koala3
00mercoledì 28 maggio 2014 11:26
Ieri stavo riflettendo su questo articolo di Massimo Gramellini.
Secondo me contiene osservazioni non condivisibili ma anche spunti che non possono essere snobbati, ignorati e rispediti al mittente.
Ricordo chiaramente le mie discussioni con un amico renziano in cui lui diceva, prima di Gramellini, che occorre parlare alle persone, tutte, anche andando ad Amici e dimostrando che c'è un'alternativa, mentre io, forse con una punta di intolleranza e snobismo, rifiutavo la pagliacciata e sottolineavo soltanto la furbizia, inconsistenza e mancanza di scrupoli di Renzi. Resto dell'idea che il punto debole del discorso di Gramellini risieda nel come
e di cosa Renzi parla all'elettorato tutto ed in particolare a quello che molti di noi ritengono indegno di attenzione. Tuttavia, forse ha ragione Gramellini a provare a stimolare me (ed altri) a non liquidare troppo semplicisticamente e rigidamente la questione.


Come rubare i voti agli avversari

27/05/2014

Il teorema di Renzi che ha sconvolto le leggi della fisica politica italiana recita così: per trasformare una minoranza in maggioranza occorre togliere voti agli avversari. Una tesi non del tutto ignota alle altre democrazie del pianeta, ma abbastanza sconvolgente per il nostro Paese, come da vent’anni si affanna a ripetere il professor D’Alema, ordinario di scacchistica comparata presso l’università di Sconfittopoli.



Gli studi del D’Alema, autorevolmente proseguiti dal collega Bersani, partono da una premessa nota come «Barriera del 33%», secondo cui in Italia la sinistra è geneticamente inadatta ad attrarre i voti di due italiani su tre: quelli che guardano Canale 5 e in certi casi estremi Retequattro, leggono poco e comunque solo le figure, pagano meno tasse che possono, non vanno a votare e quando ci vanno mettono la croce accanto al nome di strani ceffi populisti o, nelle patologie più gravi, scelgono addirittura Silvio Berlusconi. I consensi di questi individui perduti alla causa della civiltà non vanno mai ricercati, sostiene autorevolmente la Compagnia di Sconfittopoli, perché sporcherebbero la purezza della comunità democratica. Da qui la necessità di respingere al mittente i loro voti, salvo poi trattare dopo le elezioni con i partiti che li rappresentano.



L’avvento di Renzi ha scompaginato questa formidabile scuola di pensiero, a cui la sinistra deve alcune tra le sue sconfitte più belle. Prima del segretario fiorentino soltanto Veltroni aveva osato esporre ai colleghi democratici il bizzarro teorema. «Non dobbiamo allearci con i partiti di centrodestra, ma con i loro elettori». La frase fu accolta da risolini di compatimento che talvolta si spingevano fino al disgusto e portarono alla sua rapida defenestrazione. Non per niente il bravissimo autore del film «Viva la libertà» la fa pronunciare al gemello pazzo del segretario del Pd.



Per ragioni tattico-numeriche, Renzi un’alleanza con alcuni partiti moderati l’ha poi fatta davvero, ma fin dal primo giorno si è posto l’obiettivo di svuotarne i consensi. Avrete notato come Monti e Casini, che ancora un anno fa superavano il 10 per cento, siano praticamente scomparsi, i loro voti risucchiati nel gorgo del partitone del centrosinistra. Ma il professorino di Pontassieve ha osato spingere il teorema ai limiti dell’ignoto, ponendosi a caccia degli elettori di Berlusconi. Per riuscirci ha evitato con cura di insultarli e di considerarli dei delinquenti o dei paria, resistendo stoicamente alle provocazioni della stampa arcoriana, che dopo averlo vezzeggiato per anni in funzione anticomunista, negli ultimi giorni lo dipingeva come un incrocio fra Fonzie e Che Guevara. Dietro le comparsate ad «Amici», le critiche alla Cgil e la mano tesa al popolo delle partite Iva - atteggiamenti duramente criticati dagli adepti di Sconfittopoli - ha preso forma un piano preciso: offrirsi come alternativa a una platea di persone che non aveva mai votato a sinistra in vita sua e che per decenni si era aggrappata a Berlusconi non per amore ma per disperazione.



Il vero capolavoro di Renzi è stato strappare al leader del centrodestra gli anziani, conservatori per ragioni anagrafiche e sempre più decisivi nelle urne di un Paese a bassa natalità come il nostro. La faccia da genero di tutte le mamme lo ha indubbiamente aiutato, almeno quanto la sua estraneità alla storia del comunismo e l’energia rassicurante, contrapposta a quella distruttiva di un Grillo. L’urlatore-capo ha dato la colpa dell’inattesa afonia elettorale dei Cinquestelle proprio ai pensionati. E in quel sessantacinquenne che accusa i suoi coetanei di avergli preferito un trentanovenne c’è tutta l’assurdità della politica italiana, ma anche la riprova che il teorema di Renzi ha superato la prova del nove. Anzi del quaranta (per cento).
Carlo Maria
00mercoledì 28 maggio 2014 12:35
Ritengo Gramellini una delle penne migliori d'Italia, piacevolmente ironico e sensibile quando presenta ai suoi lettori un'analisi dei costumi italici, ma meno acuto nella valutazione politica tout court.
La disamina che ci riporti ha indubbi fondi di verità, tuttavia quando leggo affermazioni come "offrirsi come alternativa a una platea di persone che non aveva mai votato a sinistra in vita sua", mi cadono le braccia, sconsolato. Per me, se questa è la lettura del buon Gramellini, è una lettura sbagliata alla radice perché non riconosco come di sinistra Renzi. Proprio per questo, io credo che gli elettori di destra abbiano semplicemente riconosciuto in lui l'erede più naturale di chi avevano votato fino al giorno prima, in perfetta continuità. Le percentuali eclatanti, secondo la mia visione, derivano quindi dal fatto che verso di lui, oltre ad una percentuale storica di fedelissimi, per lo più anziani, che votano PD impermeabili ad ogni sussulto e a ogni evidenza di operato, convinti che tale partito sia l'erede del PC, siano andati a convergere PIù voti di destra rispetto ad altri leader del PD. E se questo è potuto accadere è proprio perché molti elettori di destra apprezzano Renzi proprio in quanto non di sinistra, proprio perché stimato dal loro ex leader (Berlusconi).
L'abilità di Renzi, quindi, esattamente al contrario della valutazione gramelliniana, è stata quella di saper convincere molti elettori di sinistra o che tali si ritengono a rimanere saldi sulla propria decisione nonostante che nulla di quell'uomo o di quel partito rappresenti ciò in cui essi credono.
koala3
00mercoledì 28 maggio 2014 15:00
Re:
Carlo Maria, 28/05/2014 12:35:

Ritengo Gramellini una delle penne migliori d'Italia, piacevolmente ironico e sensibile quando presenta ai suoi lettori un'analisi dei costumi italici, ma meno acuto nella valutazione politica tout court.
La disamina che ci riporti ha indubbi fondi di verità, tuttavia quando leggo affermazioni come "offrirsi come alternativa a una platea di persone che non aveva mai votato a sinistra in vita sua", mi cadono le braccia, sconsolato. Per me, se questa è la lettura del buon Gramellini, è una lettura sbagliata alla radice perché non riconosco come di sinistra Renzi. Proprio per questo, io credo che gli elettori di destra abbiano semplicemente riconosciuto in lui l'erede più naturale di chi avevano votato fino al giorno prima, in perfetta continuità. Le percentuali eclatanti, secondo la mia visione, derivano quindi dal fatto che verso di lui, oltre ad una percentuale storica di fedelissimi, per lo più anziani, che votano PD impermeabili ad ogni sussulto e a ogni evidenza di operato, convinti che tale partito sia l'erede del PC, siano andati a convergere PIù voti di destra rispetto ad altri leader del PD. E se questo è potuto accadere è proprio perché molti elettori di destra apprezzano Renzi proprio in quanto non di sinistra, proprio perché stimato dal loro ex leader (Berlusconi).
L'abilità di Renzi, quindi, esattamente al contrario della valutazione gramelliniana, è stata quella di saper convincere molti elettori di sinistra o che tali si ritengono a rimanere saldi sulla propria decisione nonostante che nulla di quell'uomo o di quel partito rappresenti ciò in cui essi credono.


Ti rispondo riallacciandomi al tema dello spiazzamento espresso da Giuseppe ad inizio topic.
Io credevo fermamente che renzi avrebbe preso moltissimi voti di centro destra, o meglio, moltissimi voti dai berlusconiani in particolare. Sia perchè non è di sinistra, sia perchè è un piazzista come Berlusconi (semplificando). E nella mia piccola esperienza personale non ho fatto altro che vedere gente di destra parlar bene di Renzi.
Invece, non è andata del tutto così.
L'analisi dei flussi dice che i voti di Renzi alle europee vengono
- in primo luogo da elettori del PD. E qui c'è poco da dire, se non che forse qualcuno era talmente stufo di D'Alema e Co. da tapparsi il naso in cerca di una persona nuova. Solo a loro va la mia solidarietà.
- dagli "alleati" di centro destra. Quindi gente di destra, sì, ma non berlusconiani, come avrei creduto io.
- dal Movimento 5 Stelle. Fatto prevedibile, non c'è che dire.

Il flusso proveniente dai berlusconiani è stato più contenuto di quanto avrei immaginato.
Detto questo, del discorso di Gramellini a me aveva colpita soprattutto l'altro punto: la legittimità o meno di cercare elettori ovunque, e nei modi scelti da Renzi.


Juan Galvez
00mercoledì 28 maggio 2014 19:01
Il teorema di D'Alema - che pure io ritengo confutabile, per altro - rimane al momento non confutato. Infatti Renzi è un uomo di destra, alla guida di un partito ormai di destra. E come tale è stato riconosciuto dal suo elettorato naturale. Oltre che dai ventennali complici che si ostinano a votare i definitivamente inesistenti "eredi dei comunisti".

V.
Fog
00giovedì 29 maggio 2014 10:23
Pur nella gradevolezza delle sue analisi di costume, Gramellini (e, al pari di lui, Serra; oppure, un paio di gradini sotto, Severgnini) incarna perfettamente la figura dell'intellettuale PiDiota nostrano: frizzante nel cogliere le schizofrenie sgangherate del nostro tempo, abile nello sfruculiare il senso di colpa latente nell'elettore organico medio di casa nostra (cioè quello che è -a parole, o magari ne è persino convinto- terribilmente indignato dall'andazzo generale ma ha una paura fottuta di mollare il barcone a cui è aggrappato), capace di giocare sulle storture più scoperte ed imbarazzanti per raccogliere facile consenso a destra e manca.
Ma incapace di analisi politica vera. Anzi, in maniera più sottile, i vari "Severserrellini" si tengono al margine della questione politica, bacchettando col sorriso ma senza affondare realmente i colpi, lasciando le parole sospese e i concetti solo sbozzati. Che si tratti di una scelta "stilistica" o di un limite insuperabile ai propri mezzi non è poi così importante: non sono dell'idea che si debba prestare ascolto ai soli giornalisti "militanti", e mi stanno bene i bozzetti e i corsivi.
A patto però di non dover soccombere sotto questa mole di acquerelli che -confidando (a dire il vero, senza troppa convinzione) nella buona fede dell'autore- spesso e volentieri introducono semplificazioni che sono in realtà vere e proprie storture, e che nello slancio della sintesi estrema, piegano la verità all'esigenza della battuta finale.

Che la tecnica comunicativa di Renzi sia efficace è cosa appurata. Ma sarebbe efficace anche una pistola puntata alla tempia o la promessa di una donna nuda e disponibile nel bagagliaio di ciascun potenziale elettore. In altre parole, se è banalmente vero che l'affermazione politica passa per la raccolta del consenso, ciò non può far dimenticare che quel consenso è propedeutico e funzionale alla realizzazione di qualcosa. E se questo qualcosa è un programma di destra condito di volgare populismo ("vi_abbiamo_messo_ottanta_euri_in_tasca") io non comprendo quindi da dove arrivi l'entusiasmo PiDiota di Severserrellini verso questo audace condottiero fiorentino e le sue sconvolgenti innovazioni tattiche: a prescindere dalla pur rispettabile ed interessante analisi dei flussi di voto, Renzi raccoglie i voti di una base che o è di destra perché è di destra o è di destra perchè vota per un partito di destra che si spaccia per partito di sinistra. Renzi parla un linguaggio di destra (o, meglio, il linguaggio di destra così come è stato forgiato da vent'anni di Banana) al suo elettorato. Che è un elettorato di destra.

Sui motivi per cui la sinistra è sparita dalla mappa politica italiana ci sarebbe poi da discutere per settimane (finendo comunque, è inevitabile, per individuare in una classe dirigente parolaia ed inconcludente -complice nei fatti se non addirittura nelle intenzioni, della destra liberista- una grossa fetta di responsabilità).
Ma, per dirla con Renzi, sarebbe nulla più che il cianciare di gufi e noiosi professoroni, specie a cui il Nostro dimostra di preferire uccelli paduli e garrule maestrine.
koala3
00giovedì 29 maggio 2014 15:30
Re:
Fog, 29/05/2014 10:23:

Pur nella gradevolezza delle sue analisi di costume, Gramellini (e, al pari di lui, Serra; oppure, un paio di gradini sotto, Severgnini) incarna perfettamente la figura dell'intellettuale PiDiota nostrano: frizzante nel cogliere le schizofrenie sgangherate del nostro tempo, abile nello sfruculiare il senso di colpa latente nell'elettore organico medio di casa nostra (cioè quello che è -a parole, o magari ne è persino convinto- terribilmente indignato dall'andazzo generale ma ha una paura fottuta di mollare il barcone a cui è aggrappato), capace di giocare sulle storture più scoperte ed imbarazzanti per raccogliere facile consenso a destra e manca.
Ma incapace di analisi politica vera.


Sono sostanzialmente d'accordo sui tre nomi citati, benchè a volte apprezzi alcuni loro articoli (o discorsi) e li trovi divertenti. Inoltre spesso cadono con tutti i piedi nella retorica.


Juan Galvez
00giovedì 29 maggio 2014 18:30
Re: Re:
koala3, 29/05/2014 15:30:


Sono sostanzialmente d'accordo sui tre nomi citati, benchè a volte apprezzi alcuni loro articoli (o discorsi) e li trovi divertenti. Inoltre spesso cadono con tutti i piedi nella retorica.





E da ultimo Serra - gli altri non so - si abbandona spesso e volentieri a genuina disonestà intellettuale.

Per il resto, l'analisi di Peppe è puntuale.

V.
Sashimi
00giovedì 29 maggio 2014 23:40

Condivido quel che dice Beppe, da assiduo lettore dei tre citati: tre penne brillanti che hanno (o avevano) profili e storie personali parecchio diverse, e ancora differiscono nelle sfumature e nello stile, ma finiscono spesso per convergere nelle loro vesti di commentatori della realtà.

Gram merita però un discorso a parte: quando parla di sentimenti, di società e di etica lo apprezzo molto, ma quando si allontana di qualche metro dal suo alveo naturale, per sconfinare nell'economia o nelle scienze, trovo che sbarelli paurosamente. La ricetta per l'Italia che continua a propugnare indefesso ("siamo il giardino d'Europa! dobbiamo campare di turismo e arte!") porterebbe rapidamente il paese alla rovina. Se ne potrebbe ridere su, ma G. è letto e apprezzato in tv (chez Fazio) da milioni di persone e forse anche da qualche decision maker (tanto per usare l'immancabile anglicismo) - non è certo il peggio che possa capitare allo scarso spirito critico nostrano, ma dai e ridai qualche danno può causarlo.

Vogliamo parlare poi del fatto che, il giorno *prima ' delle elezioni, fa casualmente un pezzo in cui sembra prendere bonariamente in giro un solerte funzionario, ma intanto ricorda a tutti che a qualcuno sono già arrivati i famosi 80 euro, casomai dubitasse? Coincidenze, per carità, non facciamo i soliti dietrologi. Ma il consenso si crea anche così, con nonchalance.

Vogliamo parlare del pezzo di oggi?
(tra l'altro, mi stupisco un po' di questi continui schiaffi abbastanza gratuiti del corrente al precedente governo... o meglio, mi stupisco di quanto i predecessori stiano incassando senza fiatare...)

S.
Fog
00venerdì 30 maggio 2014 17:49
Marchetta vera...
Giusto per ribadire quel che andiamo scrivendo, nell'Amaca di oggi Serra regala a piene mani malafede e banali sciocchezze e la conferma di quanto "acute" siano certe analisi ad usum piddini...
Juan Galvez
00venerdì 30 maggio 2014 18:38
Re: Marchetta vera...
Fog, 30/05/2014 17:49:

Giusto per ribadire quel che andiamo scrivendo, nell'Amaca di oggi Serra regala a piene mani malafede e banali sciocchezze e la conferma di quanto "acute" siano certe analisi ad usum piddini...



Serra è diventato francamente vergognoso, la sua disonestà intellettuale è ormai fastidiosa. O, per usare il tuo termine: è ormai una marchetta.

V.
Juan Galvez
00venerdì 30 maggio 2014 18:40
Re:
Sashimi, 29/05/2014 23:40:


(tra l'altro, mi stupisco un po' di questi continui schiaffi abbastanza gratuiti del corrente al precedente governo... o meglio, mi stupisco di quanto i predecessori stiano incassando senza fiatare...)

S.


Il fatto è che, a quanto si legge, Letta (nepote) sarebbe in predicato per un possibile scranno europeo di prima grandezza. E naturalmente ha bisogno di ogni sostegno possibile, compreso e per primo quello del suo successore.

V.

Sashimi
00venerdì 30 maggio 2014 23:24

Di Serra apprezzo molto la rubrica sull'Espresso, dove va a briglia sciolta e ne ha per tutti, di solito senza distinzioni tra destra e sinistra e 5Stelle, riuscendo spesso a farmi ridere di gusto. Se gli capita di essere disonesto, trovo che lo sia in modo equamente distribuito. Perché fa quello che sa fare meglio, cioè l'umorista.

L'Amaca, letta da molte più persone, è invece diventato nota politica a tutti gli effetti: schierata e adoperabile come tale.

Non vi sarà sfuggito che, mister B. sulla via di un almeno apparente tramonto (ma occhio al colpo di coda del caimano), il senso della narrazione e dell'epica di molti notisti politici e starblogger, di tweettatori compulsivi ed editorialisti vecchio stile, di editori ex paninari ed ex intelligenzie riciclatesi gauche caviar, insomma di un *sacco* di gente, avesse bisogno di un nuovo nemico, di una nuova fazione cui indirizzare astio e sberleffi e senso di superiorità. Perché sprecare armi così ben temperate in tanti anni di Banana ed elmi con le corna? E chi meglio di Grillo poteva offire il fianco perché questo patrimonio di competenze non andasse perduto?

Se c'è una cosa che un filo più delle (molte) altre si può rimproverare alle due B. (mettiamoci anche l'Umbert), è di aver così tanto esasperato la faziosità già connaturata in queste lande, di aver così tanto assimilato la politica-spettacolo al tifo calcistico più sguaiato e alle rivalità fra contrade, che oggi nessuno riesce più a fare a meno di avere un nemico. E se il nemico non c'è, bisogna ricrearselo velocemente. Altrimenti sono meno copie, meno click, i ranghi non si compattano, arriva la noia e hai visto mai la gente si mettese a fare o pensare altro.

Giusto per: vale ovviamente anche per i 5S, la narrazione epica del sé (non parlo dei contenuti, solo della narrazione) è simile e speculare; con la differenza che non stanno sui media tradizionali, e di blogger e intellettuali simpatizzanti ne hanno tutto sommato pochini.

Sash
Juan Galvez
00sabato 31 maggio 2014 11:42
Mi riferivo infatti al Serra dell'Amaca, quello dell'Espresso non lo leggo da decenni. Se però mi dici che sull'Espresso è diverso, a maggior ragione la sua disonestà intellettuale di marchettaro diventa conclamata.

Sul resto del tuo discorso concordo toto corde.

V.
Sashimi
00sabato 31 maggio 2014 13:08

Il Serra dell'Espresso (satira preventiva) lo trovi pure online, anche se i pezzi recenti sono riservati agli abbonati. Ma gli articoli più vecchi sono leggibili a tutti.

E sì, è prevalenza grillina negli ultimi titoli, ma prima bersagliava anche Napo, Renzie, americani e russi e varia altra umanità: insomma, sembra un altro autore.

S.

Juan Galvez
00sabato 31 maggio 2014 13:35
Re:
Sashimi, 31/05/2014 13:08:



E sì, è prevalenza grillina negli ultimi titoli, ma prima bersagliava anche Napo, Renzie, americani e russi e varia altra umanità: insomma, sembra un altro autore.

S.



Un classico della marchetta :-)

V.

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