Racconto: Errori......

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Arjuna
00venerdì 14 febbraio 2003 18:56
Paolo Montorsoli si svegliò di buon umore quel giorno, la sera prima aveva finalmente conosciuto Cancerina00, ovvero Laura, e si era rivelata carina e simpatica, un po’ timida, forse, ma, ormai la conosceva abbastanza bene, dopo settimane di messaggi in chat.
Non era forse la tipa da una botta e via, ma, chi non risica non rosica.
Intanto doveva ripassare un attimo le poesie con la parola Laura, quel CD con l’opera omnia della poesia mondiale era stato un ottimo investimento.
Sicuramente qualche E-mail con delle belle poesie avrebbe sortito buoni effetti.
Si rialzò stiracchiandosi, mentre nella stanza cominciava a sentirsi un rumore d’acqua scrosciante, lo stormire delle foglie ed il cinguettio degli uccelli.
Poi la voce di Alice, il computer domestico:
“Buongiorno Paolo, oggi è mercoledì, sono lo ore 8.00, la temperatura esterna è di 20.50°, c’è il sole ed una leggera brezza da Ovest, le previsioni indicano tempo stabile.”
“Buongiorno Alice, domani mattina anziché dai rumori nel bosco voglio essere svegliato da un bel pezzo di musica classica. Preparami una colazione con latte, fette biscottate e marmellata, intanto farò la doccia con le solite impostazioni. Verifica anche le mail.”
Finita la doccia Paolo si recò in cucina e non trovò la colazione.
“Ma che? Alice dov’è la mia colazione?”
Nessuna risposta.
“Alice?”
Silenzio.
“ALICE!”
Niente.
“Dannazione, si sarà guastata? Maledizione, l’ho acquistata solo 5 mesi fa.”
Abbastanza innervosito Paolo decise di chiamare l’assistenza.
Compose il numero.
E si accorse che anche il telefono non funzionava.
In quel momento le luci si abbassarono al minimo.
“Ma non è possibile! Cosa diavolo succede oggi?”
Il portatile! Paolo prese il suo portatile e lo accese, per fortuna aveva ancora mezza carica, mandò due e-mail urgentissime e perentorie al gestore telefonico ed alla società per l’energia, dopodichè richiese l’intervento urgente per il suo computer domestico.
Aveva perso un sacco di tempo, non poteva nemmeno più fare colazione, finì di vestirsi in fretta e furia, e poi uscì di casa.
Ormai aveva perso la monorotaia, decise di prendere un taxi, appena entrò la voce del computer di bordo disse:
“La ringraziamo per aver scelto la compagnia FastTrasporti, prego inserire tessera personale e indicare luogo di destinazione, grazie.”
Paolo inserì la sua tessera e digitò sulla tastiera l’indirizzo del suo ufficio.
“Siamo spiacenti, ma, la tessera inserita non risulta valida, prego inserire nuova tessera.”
“Cosa?”
“Siamo spiacenti, ma, la tessera inserita non risulta valida, prego inserire nuova tessera.”
“Non è possibille, cos’ha la mia tessera?”
“La tessera non risulta valida.”
Ormai Paolo aveva superato il confine tra l’innervosito e l’incazzato nero, senza neanche pensarci diede un pugno alla tastiera, imprecando.
“Fottutissime macchine! Cosa diavolo avete contro di me oggi?”
E diede un altro pugno sulla tastiera.
“Signore, lei sta danneggiando una proprietà privata e sta illegalmente occupando un taxi, la preghiamo di scendere.”
Ormai Paolo aveva il sangue alla testa.
“Scenderò quando mi avrai portato in ufficio, porca miseria, oggi vi siete coalizzate contro di me?”
E cominciò a tempestare di pugni la tastiera.
Passarono alcuni minuti, poi la portiera si aprì e un paio di braccia metalliche lo afferrarono.
“Lei è in arresto per danneggiamento di proprietà privata ed uso illegale di tessera personale, la prego di non opporre resistenza e di venire con me al commissariato, ha il diritto di restare in silenzio, tutto quello che dirà potrà essere usato contro di lei, ha diritto all’assistenza di un avvocato, se non può permetterselo le sarà assegnato un avvocato d’ufficio.”
Ormai rassegnato Paolo si lasciò portare al commissariato dal robot poliziotto, qui fu portato alla presenza di un graduato di mezz’età.
“Allora mister, lei prima tenta di utilizzare illegalmente una tessera personale e poi danneggia un taxi, il danneggiamento non è un reato così grave, se la caverà con la refusione dei danni ed un periodo da uno a sei mesi di servizio sociale riabilitativo, tuttavia la faccenda della tessera è ben più grave.”
Tossicchiò.
“Non capisco se lei è terribilmente ingenuo o cosa, dovrebbe sapere benissimo che la tessera personale è estremamente privata, e che è perfettamente inutile in mano ad un altro. In caso di furto o smarrimento nel momento stesso in cui si fa denuncia la tessera diventa inutilizzabile. Come poteva pensare di farla franca?”
Paolo, ormai in uno stato di profonda prostrazione disse:
“Quella E’ la MIA tessera personale, e non ne ho mai denunciato la scomparsa o che altro, DEVE FUNZIONARE!”
“Mi sta prendendo in giro? Abbiamo controllato, la tessera appartiene a Paolo Montorsoli, deceduto questa mattina alle ore 8.15.”
“Cosa!?!?”
“Mi vuole dire chi è lei? Se non risponderà verrà sottoposto alla verifica delle impronte digitali e della retina.”
“IO SONO PAOLO MONTORSOLI! E’ tutto un dannato sbaglio!”
“Non vuole collaborare, provvederemo a verificare la sua identità.”
“LO FACCIA!”
Nella scrivania si aprirono un paio si sportellini.
“Bene, allora appoggi la mano destra qui, così, perfetto, ora guardi verso questa luce rossa, cosi, perfetto. In pochi secondi sapremo chi è lei.”
Lo schermo del computer si illuminò, il graduato lesse e sbiancò in volto.
“Lei è Paolo Montorsoli? Le analisi dimostrano che è lei, ma, non è possibile, lei risulta morto.”
“Le ho detto che era tutto uno sbaglio.”
“Non è possibile, non è mai successa una cosa simile.”
“Incredibile, dovrò informare i miei superiori.”
“Ed io?”
“Tecnicamente lei è in fermo cautelativo, per le motivazioni precedenti e per accertamenti. Più tardi la farò scortare in un istituto di detenzione, adesso vediamo di sentire qualcuno.”
Il graduato stava scrivendo la sua e-mail quando un robot poliziotto entrò nell’ufficio, afferrò Paolo, lo ridusse all’incoscienza con uno storditore e se lo portò via.
Il graduato non fece in tempo a riprendersi dalla sorpresa che sullo schermo del computer comparve una nota, era stata corretta l’ora del decesso di Paolo Montorsoli.
Un brivido gli percorse la schiena, l’A.I. centrale aveva corretto l’errore.



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