Cliccami
“ A quanto pare, questa potrebbe essere l’ultima occasione che ho di rivolgermi a voi, WBFF Fans, da questo quadrato. E vorrei, ora che ne ho la possibilità, dire alcune cose che devo dire da tempo, prima che sia troppo tardi. “
Xero china il capo amareggiato.
“ E’ già stato troppo tardi una volta, nella mia carriera. Troppo tardi per tornare indietro, e porre rimedio. E’ accaduto in un’ altra federazione, in un altro luogo, quando un wrestler, di cui non farò il nome, visto che ho Zer0 considerazione per lui, mi fece cedere, per la prima volta nella mia vita. “
Xero fa una pausa, inumidendosi le labbra, prima di proseguire:
“ Rivoltandomi contro la mia mossa migliore.
Spezzandomi la schiena in due punti.
Distruggendo la mia carriera.
I medici mi dicevano che la mia carriera era finita.
I promoter mi dicevano che la mia carriera era finita.
A venticinque anni, dicevano che non avrei più potuto fare l’unica cosa che ero in grado di fare.
Ma sapevo che stavano sbagliavano.
Perché la mia carriera era finita molto prima.
La mia carriera era finita il giorno che misi piede fuori dalla WBFF.
Lasciate che vi racconti la mia carriera, attraverso gli occhi di questa maschera.
E’ passato molto tempo, da quando ho cominciato a fare wrestling, a fare quello che amo. 6 anni, ormai, dal mio debutto, come generico wrestler hardcore in una generica federazione hardcore. Non guadagnavo molto, e il più lo spendevo per viaggiare da un arena ad un'altra, ma ero felice, perché quella era la vita che mi ero scelto.
Mi sentivo vivo, energico, elettrico, un bimbo in un parco giochi. Erano i giorni migliori della mia vita.
Credo di poter dire, senza falsa modestia, di essere stato il wrestler che ha dato un nome, una certa fama alla WBFF, che l’ha fatta diventare qualcosa di più di un puntino su di una mappa, di una sigla senza significato.
Sono stato in dozzine e dozzine di federazioni, eppure ero sempre un WBFF original.
Non è stato Leone a spargere il nome della WBFF. Sono stato io. Con il mio sudore. Con il mio sangue.
Sono stato il primo a vincere qualcosa fuori dal giardino di casa, in NWP, in pVw, in EEWF, e in dozzine di altre federazioni. Potrei andare avanti ore citando sigle che ormai hanno perso ogni significato, morte, morte come la idee obsolete che diffondevano, sigle vuote di ogni sentimento e ogni passione.
E questo sacrificio, questo privilegio, questa responsabilità, è stata la mia fine.
Ero un vagabondo, e come un clochard che peregrina senza meta tra le mense dei poveri in cerca di un pasto caldo, io andavo di promotion in promotion, alla ricerca di un'altra dose d’adrenalina. E mi illudevo che fosse ciò che mi serviva, che la felicità che trovavo fosse solo in uno stupido neurotrasmettitore. Ma la verità era che mi ero perso tra mille sfide, per invidia, per orgoglio, per superbia, e avevo dimenticato l’unico posto che potevo veramente chiamare casa.
Vorrei poter tornare indietro, e rimettere apposto le cose, ma non posso.
Il passato è scritto, anche in queste cicatrici.
Ma sono pronto a rimettere apposto le cose.
Sono pronto a espiare le mie colpe con il mio sangue, goccia dopo goccia fino all’ultimo alito di vita che ho in corpo.
E sono pronto a rimettermi a voi, fan e giudici , ai quali lascerò, ancora una volta, in mano, il mio destino, perché è QUESTO che mi fa sentire vivo.
Guardatemi.
Guardatemi ora.
Guardate il mio corpo, le mie cicatrici. Ognuna di esse ha una storia da raccontare, una storia che è ormai perduta, una storia dimenticata. E tuttavia restano incise nella mia pelle, a dimostrare che per quanto si possa dimenticare, non si può cancellare il passato, non si può cancellare la realtà.
E la realtà è che io ero, sono e sarò sempre un lottatore, non importa quante altre volte la sorte voglia pugnalarmi alla schiena.
-Xero si inginocchia nel mezzo del quadrato, portando il microfono più vicino alla bocca.
“ Eccomi.
Credevo di essere un profeta e un salvatore, ma ora ho bisogno di essere salvato.
Non di fronte alla superbia di un uomo mi piego, ma di fronte alla volontà del mio popolo, che è la volonta di Dio.
Elargite dunque il vostro giudizio.
Salvate me.
Salvate voi stessi. “