La primavera di Botticelli

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Elke
00martedì 27 marzo 2007 15:00
Ehm non sapevo bene dove mettere questa discussione...
Oggi a scuola abbiamo fatto la Primavera di Botticelli e ne abbiamo interpretato i simboli,il mio prof (che è davvero genialissimo) ci ha spiegato tutte le figure e caratteristiche e visto che sono davvero belle e in tema con il periodo le condivido con voi,spero vi piaccia.
La Primavera qui potete vedere il quadro in grande.



I quadro,a differenza di come siamo abituati si legge da destra verso sinistra.Ci troviamo in un boschetto di cipressi (sempreverdi) e aranci che sono caratterizzati dal fatto di avere frutti,foglie e fiori insieme - come i meli di Avalon -;i fiori di arancio infatti sono un atico simbolo di fecondità (come il riso)e per questo sono i fiori delle spose.Questo ci introduce al tema centrale di tutta la composizione:la fecondità.
Sullo sfondo si intravede il mare,ci troviamo quindi su un isola,in un luogo fuori dallo spazio comune,come il Giardino delle Esperidi che custodiscono le mele d'oro e come la nostra amata Avalon.
L'uomo alato e dalle tinte azzurre con le guance gonfie è Zefiro,il vento primaverile;incostante e che ha l'importantissima funzione di trasportare il polline,è quindi anch'esso legato alla fecondità.
Zefiro cerca di portar via Clori "la verdeggiante" (da cui ha origine la parola "clorofilla") che non appena viene toccata da Zefiro rimane incinta e si trasforma quindi in Flora,quella alla sinistra di Clori,la Dea che sparge i fiori sulla terra.Un pò come la Fanciulla diventa la Madre,in realtà sono la stessa persona;Clori era una ninfa che dopo la violenza di Zefiro diviene una Dea,col nome di Flora appunto,signora dei germogli e delle nuove vite.
Al centro c'è Venere,Dea feconda per eccellenza,riconoscibile per Amore (dio dell'amore bendato che punta la sua freccia verso una delle tre Grazie),che le vola sopra e per il mirto che le sta dietro,pianta a Lei sacra(sempreverde quindi simbolo di vita che cresceva sull'isola di Cipro dove era approdata la Dea appena nata).
Anch'essa ha il ventre gonfio e pregno di vita.E' particolare il suo mantello che mostra l'abivalenza della Dea:ha infatti una parte rossa e una blu con le stelle che rappresentano la Venere terrestre e quella celeste;la prima è signora delle passioni fisiche e fini a sè stesse mentre la seconda rappresenta l'elevazione a cui ci spinge l'amore (Amore,suo figlio appunto).
Ci sono poi le tre Grazie che ballano in cerchio con le mani intrecciate;i gioielli che portano sono quelli dei Medici,i committenti del quadro,signori di Firenze.
Queste rappresentano il ciclo del dare e del ricevere,la libertà data e ricevuta,sono vergini e fanciulle,legate all'inizio.
In ultimo c'è Mercurio,riconoscibile per il caduceo che porta in mano e per i sandali alati;ha però anche la spada e l'elmo e questo lo identifica oltre che come guardiano del giardino come una mediazione con la figura di Marte,la forza e l'impetuosità del dio guerriero è temperata dall'astuzia e furbizia di Mercurio.
Come Guardiano allontana le nuvole dal giardino per preservare l'eterna primavera.




C'è più mistero in un pallido raggio di luna sulla corteccia
di un albero che in tutta l'esistenza degli uomini.

Haria

[Modificato da Elke 27/03/2007 15.06]

[Modificato da Elke 28/03/2007 22.39]

stregaviolet )O(
00martedì 27 marzo 2007 16:40
E' stupenda la descrizione... la ricordavo vagamente (ho fatto l'artistico ma non mi ricordo un tubo) ma ricordavo che era uno dei miei quadri preferiti in quanto a simbologia e significato. Il Botticelli in questo è davvero un maestro esemplare!
Anche la Nascita di Venere è stupenda, sia in quanto a delicatezza e bellezza delle forme sia in quanto a simbologia...
Bellissima descrizione davvero Elkina!
Il mantello di Venere comunque è simile a quello che la Madonna stessa porta, da una parte rosso e dall'altra azzurro. In quel caso il rosso simboleggerebbe la Passione del Cristo (intesa come "passione"="pathos", patimento, sofferenza, dolore), ma potremmo ritrovarci una reminescenza dell'antica simbologia... d'altra parte tutto ciò che è giunto al cristianesimo adattato e manipolato, era già esistente fin dai tempi primordiali [SM=g27824] [SM=g27822]

Eilan72
00martedì 27 marzo 2007 23:46
Spiegazione molto particolareggiata, grazie per averla postata [SM=g27822]

Posso fare l'ignorante una volta? mi sembra che questa descrizione evidenzi quattro situazioni, in qualche modo distinte. Guardando questo quadro, pur se meraviglioso, ho sempre avuto la sensazione che non fosse "legato", non so se mi spiego... come se non fosse una scena unica (lo noto soprattutto dalla distanza che separa i vari elementi che, tra l'altro, non sono nemmeno legati dallo sguardo, come capita in altre tele, o nel mirto che si distingue nettamente dal resto della vegetazione).

... sto vaneggiando? [SM=g27825]



007arcobaleno
00mercoledì 28 marzo 2007 02:02
Interessante Elke [SM=g27817]

Mi attrae in particolare la figura di Venere,anch'io come Elian la vedo un po'separata dal resto,come il mirto che gli sta sopra,forse l'autore voleva dire che in lei c'è qualcosa di trascendente.
Chi sa se la mano destra alzata e la testa inclinata a destra hanno un significato...forse il tuo prof lo sa [SM=g27822]


Alcuni uomini si adattano alla realtà,altri la creano





Artemisianelbosco
00mercoledì 28 marzo 2007 12:50
Grazie Elke, mi hai rischiarato non pochi dubbi sul quadro, che ricordavo anch'io vagamente. Quanto alla divisione in piani, come dice Eilan, anche io ho sempre avuto la stessa sensazione. Paiono quasi figure ben distinte (volutamente), accorpate quasi di forza nella stessa immagine. FOrse i committenti hanno richiesto troppe figure e Botticelli ha 'protestato' non legandole insieme.. che ne dite?

la vecchia zia Art
Elke
00mercoledì 28 marzo 2007 13:58
Allora mi pare che il mio prof abbia detto che i personaggi sono sì distinti ma in gruppi di 3...infatti ci sono Zefiro,Clori e Flora,le tre Grazie,penso che Venere,Amore e Mercurio-Marte si possano raggruppare tra loro perhcè in fin dei conti sono una famiglia,Amore è figlio di Marte e Venere inoltre mi sembra che sia Venere che Mercurio-Marte contemplino la situazione,la mano alzata della dea l'ho confrontata con altri quadri di Botticelli e deduco voglia essere un gesto benedicente.
Non penso che c'entrino molto i committenti,Botticelli si è ispirato a scrittori classici come Ovidio,Lucrezio e anche Poliziano per dipingere la scena;inoltre questo quadro era un dono di matrimonio (non mi ricordo per chi,comunque sempre qualcuno dei Medici) quindi il tema della fertilità era un pò un augurio per la copia,non penso che gli abbiano detto "dipingi questo".
Venere inoltre è sicuramente al disopra nel pensiero Rinascimentale;anche nella letteratura del tempo si può trovare questo motivo,l'Amore(della e per la donna)porta all'ascesa spirituale,è Amore eroico,non fisico e animalesco ma volto ad una ralizzazione;un pò quel processo che avviene nelle favole:il principe tramite all'amore arriva alla principessa.
Ma chiederò maggiori delucidazioni!
[SM=g27838]


C'è più mistero in un pallido raggio di luna sulla corteccia
di un albero che in tutta l'esistenza degli uomini.

Haria

[Modificato da Elke 28/03/2007 14.18]

-Acqua-
00mercoledì 28 marzo 2007 16:02
Grazie Elke per aver postato questo quadro bellissimo e per l'analisi approfondita!! Non mi ricordavo nulla della spiegazione se non che adoravo la figura di Mercurio e Clori con già in sè i germogli di Flora, come cellule latenti dell'energia della Madre.

Quale lettura di solito si dà? Anche io l'ho sempre guardato da destra verso sinistra cioè partendo da Zefiro... però se dici che siamo abituati in altro modo allora c'è un'altra interpretazione..

[SM=g27818]

Acqua

Elke
00mercoledì 28 marzo 2007 22:38
Si infatti Acqua è giusto come dici te...noi in genere leggiamo da sinistra verso destra,mentre il quadro va da destra verso sinistra;scusate ho visto solo ora l'errore!
[SM=g27817]
Eilan72
00mercoledì 28 marzo 2007 23:02
Credo che Artemisia abbia capito esattamente cosa intendevo: messe insieme a forza.
Mi sto facendo una piccola cultura sulle opere del Botticelli grazie a Wikipedia (le mie nozioni risalgono ahime! almeno a sedici anni fa...) e devo dire che non ho ritrovato in altri dipinti lo stesso modo "sincopato" (passatemi il termine musicale) di dipingere.
Comunque sia, sono felice di ritrovare le emozioni che provavo a scuola di fronte a queste tele; i vari personaggi sembrano emergere da esse, hanno una profondità incredibile!

P.S. - sapete che la sul sito della Galleria degli Uffizi le sale sono "descritte" mentre l'Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (e ho preso il primo a caso eh?!?) mostra le tele esposte nelle varie sale? [SM=g27829]


Danae_88
00martedì 16 febbraio 2010 00:55

Che meraviglia.. ho scoperto solo ora questa sezione [SM=g27821]
Tutto ciò che ha scritto Elkina è vero [SM=g27822]

La composizione rimane una delle più emblematiche.. e mi sembra si svolga davvero nel giardino delle Esperidi, giardino degli dei ove crescevano pomi d'oro, nel Rinascimento indentificati con i limoni e le arance. Davvero ricorda Avalon [SM=g27819]

Aggiungo un possibile particolare [SM=g27819]
Le tre Grazie, accarezzate dai veli mentre danzano, risultano uguali l'una all'altra, come se la stessa donna fosse rappresentata in momenti diversi..

Mercurio, oltre ai calzari alati e alla verga, è riconoscibile anche grazie al petaso, il cappello a punta dei viaggiatori, dio guardiano di un giardino ideale ed eterno dove tutto è armonia di forme e sentimenti.

Si sono sovrapposte più interpretazioni nel corso del tempo..
Come elevazione dell'uomo grazie al vento (Zefiro), fino all'astuzia di Mercurio, grazie alle Grazie ([SM=g27828]), idea che trova corrispondenza nella lettera che Ficino scrive a Lorenzo, invitandolo a leggere la Venere come emblema di Humanitas.
La teoria dello stesso Ficino vede nel quadro la rappresentazione del viaggio dell'anima, che vuole elevarsi grazie ai vari tipi di amore..

Invece, una studiosa di filologia medievale e umanistica, Claudia Villa, ha messo in relazione il quadro con il trattato De Nuptiis Mercurii et Philologiae, testo molto letto nel Medioevo e recuperato dai letterati fiorentini.
La scena si svolgerebbe nel recinto della Retorica, dove dagli alberi pendono le mele simbolo di fertilità.
Ma in questo caso, la lettura parte da sinistra: Mercurio, allegoria dell'eloquenza si volge al Sole che allude alla poesia, chiedendo consiglio per sposare Filologia, cioè Venere, illuminata dalla luce.
Le tre Grazie sono ninfe dell'amore che accompagnano Venere, sul cui capo vola Amore.
La primavera corrisponde alla Retorica, e prossima ad essa è Flora, avvinta dal dio naturale (il Genio umano), presiedendo così alla generazione di tutte le cose.

Quest'ultima lettura, ad esser sincera, non mi piace.. capovolge la reminescenza di un significato antico a favore della creatività umana che un giorno, a furia di esser spinta a "creare" in modo innaturale, finirà per nuocere a se stessa e a ciò che la circonda..
Insomma, la creatività va bene fino a un certo punto.. quando diventa un'arma pericolosa non è più creatività.

Ps: sembra che il dipinto sia stato iniziato per la nascita del figlio di Lorenzo, Giulio. E poi ripreso per un matrimonio (1478-82) [SM=g27822]
Isara_Enid
00martedì 16 febbraio 2010 10:51

Quest'ultima lettura, ad esser sincera, non mi piace.. capovolge la reminescenza di un significato antico a favore della creatività umana che un giorno, a furia di esser spinta a "creare" in modo innaturale, finirà per nuocere a se stessa e a ciò che la circonda..
Insomma, la creatività va bene fino a un certo punto.. quando diventa un'arma pericolosa non è più creatività.




Ben detto Danae. Di fatto oggi assistiamo alla morte della creatività, vista come una esclusiva mera intuizione\ispirazione dell'autore. Ben lontani i tempi in cui gli uomini si facevano ispirare dagli Dei per creare, soprattutto nell'arte e nella poesia. L'intuizione messa in versi è sicuramente parte dell'uomo, ma non solo.
Nathair Mac Brighit
00martedì 16 febbraio 2010 11:51
E' una delle mie opere preferite e feci una super tesina su questo quadro , posso darvi un'interpretazione ancora...

Il quadro può essere letto a livello astronomico, difatti venere, mercurio e cupido sono i personaggi più facilmente riconducibili a pianeti ed astri.
Cupido rappresenta Aldebaran, la prima stella della costellazione del Toro, di colore Rosso(richiama Marte)
La disposizione delle figure ricorderebba la congiunzione mercurio, marte, venere, e dato che le figure sono 9, si potrebbe parlare di una congiunzione al 9 grado del Toro.
Chloris data la trasparenza del vestito è la rappresentazione della Luna, che invisibile si stagliua nel cielo durante l'equinozio di primavera. ed infatti mitologicamente la Dea diviene Madre ( Flora) rifiorendo.
la figura di Me4rcurio in realtà conterrebbe anche il pianeta Marte, difatti porta sia il caduceo che la spada.
Questo è interpretato come congiunzione di marte e mercurio (avviene all'alba).Astronomicamente, dopo il 14 marzo 1319, alle ore 6, siamo nella prima alba dopo l'equinozio.


La somma di tutti questi fattori ci da una data precisa 14 marzo 1319 (equinozio di primavera nel segno dell'Ariete),
le tre Grazie sono le fasi lunari, quindi visibili nel cielo descritto dal Botticelli. Non si tratta quindi di un novilunio, ma è un Primo Quarto di Luna, altrimenti non si potrebbero vedere le Grazie.
Le stesse dita delle figure rappresenterebbero la data descritta 14, 4, 1319.figura maschile (14), delle Grazie (1319) e di Venere (3, ossia Marzo.
In più il colore cinereo del Dio Saturno si ritrova nello Zefiro, che spiurando in primavera collocherebbe Saturno nel suo punto vernale.

Se dal primo quarto del 27 aprile (si ricordi, data calendariale della stagione primaverile nel medioevo) si torna indietro di un mese e mezzo lunare, si giunge all'ultimo quarto del 14 marzo.

Nathair
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