Due libri dell'orrore

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lacrima di sangue
00martedì 3 aprile 2007 14:20
Timidamente mi inserisco anche io in questa sezione con due miei libri…

IAN DELACROIX – (DE)COMPOSIZIONE DI VIOLE

www.lulu.com/content/729805

Pagine:81
Prezzo:6,75 euro

E’ una raccolta di racconti dell’orrore e del fantastico.
Se per orrore avete in mente i teen-horror che vanno tanto al cinema non è di quello che stiamo parlando.

Dovete pensare piuttosto alle note sepolcrali di Christian Death o Sopor Aeternus, ai quadri di Fussli, a ‘Morte di mezza estate’ di Yukio Mishima, ‘Il Fantasma dell’opera’ di Gaston Lereux come atmosfere, e al simbolismo (Mallarmé, Laforgue…).

Sono 8 racconti: 3 sono ambientati in Italia (più precisamente nel Friuli Venezia Giulia) mentre gli altri hanno un’ambientazione indefinita, più sfumata.

IAN DELACROIX – EPIFANIE

www.lulu.com/content/760030

Pagine:71
PrezzO: euro 6,60

“Se cerco un’altra parola per dire Arcano,
trovo soltanto la parola Praga”

Angelo Maria Repellino


Questo secondo libro ha uno stile molto più barocco, che sottolinea l’atmosfera della città in cui le storie sono ambientate: Praga. La Praga di Meyrink e Paul Leppin; la Praga perfettamente descritta da Angelo Maria Repellino nel suo saggio ‘Praga Magica’.
Una città fuori dal tempo, incastonata nella pietra e nei segreti degli alchimisti, la cui anima vive ancora ai giorni nostri, e che solo chi ha vissuto le sue notti può conoscere.
Cinque racconti, che in realtà sono uno solo, o forse infiniti… sempre tra l’orrore e il fantastico.


Grazie per l'attenzione (ho cercato di tenere i prezzi più bassi possibile per involgiare l'acquisto ;-))
Mr.Moonlight
00martedì 3 aprile 2007 15:51
Re:

Scritto da: lacrima di sangue 03/04/2007 14.20
Timidamente mi inserisco anche io in questa sezione con due miei libri…

IAN DELACROIX – (DE)COMPOSIZIONE DI VIOLE

www.lulu.com/content/729805

Pagine:81
Prezzo:6,75 euro

E’ una raccolta di racconti dell’orrore e del fantastico.
Se per orrore avete in mente i teen-horror che vanno tanto al cinema non è di quello che stiamo parlando.

Dovete pensare piuttosto alle note sepolcrali di Christian Death o Sopor Aeternus, ai quadri di Fussli, a ‘Morte di mezza estate’ di Yukio Mishima, ‘Il Fantasma dell’opera’ di Gaston Lereux come atmosfere, e al simbolismo (Mallarmé, Laforgue…).

Sono 8 racconti: 3 sono ambientati in Italia (più precisamente nel Friuli Venezia Giulia) mentre gli altri hanno un’ambientazione indefinita, più sfumata.

IAN DELACROIX – EPIFANIE

www.lulu.com/content/760030

Pagine:71
PrezzO: euro 6,60

“Se cerco un’altra parola per dire Arcano,
trovo soltanto la parola Praga”

Angelo Maria Repellino


Questo secondo libro ha uno stile molto più barocco, che sottolinea l’atmosfera della città in cui le storie sono ambientate: Praga. La Praga di Meyrink e Paul Leppin; la Praga perfettamente descritta da Angelo Maria Repellino nel suo saggio ‘Praga Magica’.
Una città fuori dal tempo, incastonata nella pietra e nei segreti degli alchimisti, la cui anima vive ancora ai giorni nostri, e che solo chi ha vissuto le sue notti può conoscere.
Cinque racconti, che in realtà sono uno solo, o forse infiniti… sempre tra l’orrore e il fantastico.


Grazie per l'attenzione (ho cercato di tenere i prezzi più bassi possibile per involgiare l'acquisto ;-))



E spero che prima o poi questo Ian Delacroix riesca a recuperare tutta la discografia degli House of Usher, per se e per la sua signora [SM=g27768]

Mr.
lacrima di sangue
00martedì 3 aprile 2007 16:04
Lo spero anche io ;-) (e non solo degli House Of Usher, anche se il cantante è un grande perché anche lui scrive racconti fantastici;-))
lacrima di sangue
00martedì 10 aprile 2007 15:10
Uppe! (paese del famoso poeta Gris'O)
lacrima di sangue
00venerdì 20 aprile 2007 21:04
Per fare un po' di scena, e per dare un'ulteriore idea del contenuto, copio la prima recensione ufficiale di uno dei due testi:

recensione di (De)Composizione di Viole di Raffaele Serafini

Ebbene, ho commesso un errore. Ho letto questo libro senza curarmi di simbologie e citazioni, senza interpretare o lasciar vagare lo sguardo tra le righe. L’ho letto con l’occhio indifeso di un bambino a cui si raccontano le favole e… mi ha letteralmente rapito! Lo so, lo so che dovevo avere una visione più critica, che dovevo cercare le simbologie, i significati... Ma non c’è l’ho fatta. Mi piaceva troppo, leggere. E così è stato.
In otto brevi racconti che trattano, e mescolano, orrore e fantastico, l’autore, ben conosciuto in diverse community di genere, riesce sempre a trasportare il lettore “dentro il racconto”, e non è cosa da poco.
Utilizzando un registro elegante e suggestivo, che non diventa mai noioso o sovrabbondante, riesce a disegnare degli affreschi dettagliati e cupi, sia delle ambientazioni, sia dell’interiorità dei personaggi. Mescolando con mano esperta gli stati d’animo e la descrizione dei luoghi non si fa mai rimpiangere l’assenza di trame complesse o di colpi di scena.
L’autore non mira a stupire, ma a coinvolgere, e a tratti, ci riesce in modo impeccabile. Vi sono dei passaggi che, giocando con un linguaggio sporco di poesia, avvolgono il lettore nello stesso sudario in cui sono rinchiusi i personaggi di cui si narra.
Il deteriorarsi del pensiero è come un filo che lega la narrazione. Una collana le cui perle sono la nostalgia, la solitudine, il ricordo, il rimpianto, la disillusione. Non si cerca mai la via del raccapriccio palese o dell’azione incalzante, ma si utilizzano soprattutto il climax e le ambientazioni, per generare brividi e angoscia.
Degli otto racconti, tre sono di ambientazione friulana (L’isola di Grado e dintorni, in provincia di Gorizia), mentre gli altri spaziano da una generica ambientazione italiana a luoghi immaginari. I brani in cui l’ambientazione è (geograficamente) più vicina all’autore sono anche quelli meglio riusciti, godendo di descrizioni che paiono voler uscire dalla pagina. Più volte, leggendo, si ha l’impressione di passeggiare per le strette vie di una città lagunare e di percepire il soffio delle brezze e l’odore del mare.
In “La calle del Volto”, in cui la narrazione di un adulto si mescola ai ricordi di un bambino e a un intreccio per niente banale, siamo di fronte a una piccola perla. Altrettanto si può dire, anche se in misura minore, degli altri due racconti di ambientazione nostrana (“Nostra Signora dei Colori” e “Conchiglie”).
Meno coinvolgenti, forse, ma più leggeri e veloci, i momenti dove si ricerca un tono grottesco (“La bara”) o ricco di azione (“La casa delle bestie meccaniche”).
Molto gradevoli, le idee che reggono l’omaggio poeiano di “Brindisi funebre” e il western-horror “Ghoultown”.
Un riuscito esperimento narrativo, infine, si può ravvisare nel racconto “Trenodia” che ben inquadra l’orrore di un “male maggiore” attraverso una serie di flussi di coscienza descritti in modo serrato e raffinato.
In conclusione, un libro davvero gradevole, curato nei dettagli, che è originale sia nei contenuti, sia nella forma (numero di pagina in alto, le righe non giustificate e allineate a sinistra…).
Un lavoro che nella sua brevità, riesce a fornire almeno due chiavi di lettura: una immediata, formata dalle suggestioni evocate, e una più nascosta, incisa nelle righe e in ciò che rappresentano. In entrambi i casi, un vero piacere.
lacrima di sangue
00martedì 1 maggio 2007 12:13
Recensione di Simone Corà

Per addentrarsi nel teatro del burattinaio Ian Delacroix bisogna essere determinati, perché i mondi che si aprono attraverso le sue parole sono lontani e polverosi, remote antichità che scavano nel passato e si tingono di oscura poesia. La prosa di cui si fa cantore, profumante odori ottocenteschi, non è infatti adatta a tutti i palati. È necessario munirsi di una meticolosa attenzione per saperla apprezzare sino in fondo, in ogni sua sfumatura e finezza narrativa.
Epifanie è un tortuoso viaggio nei meandri della Praga magica, una Praga dove convivono pittori demoniaci, meretrici dell’oltretomba, marionette senza fili, e quant’altro possa arricchire l’inusuale universo fiabesco tratteggiato dalla penna (niente Word, qui, si rovinerebbe l’atmosfera) di Ian.
Cinque racconti, ma in realtà solo uno. Cinque storie differenti che si intersecano l’una con l’altra, che avvolgono il lettore in uno scenario ormai dimenticato, e che lo costringono ad assaporare con curiosità crescente ciò che lega le varie vicende e i personaggi che prendono vita in esse. Un uomo non più in grado di distinguere la realtà dal sogno; un giovane troppo curioso, afflitto dall’ansia di toccare un prestigioso oggetto arcaico; un dipinto tanto importante quanto pericoloso; una donna alle prese con un lungo grido d’amore e di sofferenza verso l’uomo che non le è più accanto. Questi i temi toccati, dai quali tralascio volutamente il nocciolo centrale, che racchiude con intelligenza quanto accade nella Praga favolistica.
Le parole di Ian sono un flusso continuo di metafore idilliache, complesse e ricercate, capaci di creare immagini di strepitosa intensità. Il rischio, in questo caso, è quello di dare vita a una lettura lenta e noiosa (punti bui in cui, purtroppo, s’inceppa saltuariamente l’opera), ma il pericolo è tutto sommato raggirato da una superba prosa simbolica, che sa stupire per singolarità e pensieri evocati.
Epifanie ha dalla sua momenti di inconsueta bellezza narrativa (Rapsodia d’autunno, Morta ma sognante), altri strutturati in maniera più lineare e convenzionale - mi si perdoni il termine assai poco adatto per il cosmo novellistico dell’autore - ma arricchiti da un multiverso di raffinatezze lessicali (La collana di unghie), e, ahimè, anche episodi in cui è protagonista un accenno di autocompiacimento un po’ troppo evidente e difficile da seguire, vista la sua natura monolitica (Mala strana).
L’impressione che si ha poi, talvolta, è che manchi un piccolo approfondimento, un’indicazione descrittiva che permetta di comprendere con più soddisfazione cosa accade tra i vicoli della Praga misteriosa. Ma il fascino che sprigionano le figure letterarie di Ian, aiuta in un’immedesimazione singolare e seduttiva. La conoscenza artistica dell’autore, inoltre, è talmente sconfinata (i vari significati nascosti e le numerose citazioni all’interno dell’opera) che chi scrive può sognarsi di avere - e si sente, tra l’altro, davvero soggiogato nel dare una valutazione oggettiva che comunque premi tale cultura, ma lo dice sottovoce, in modo che non lo senta nessuno.
Epifanie è capace di trascinare nei mondi che imprigiona nelle sue pagine, sa ammaliare il lettore e ipnotizzarlo con la sua natura poetica e ambiziosa, e tanto dovrebbe bastare per soprassedere su alcune incertezze lacunose che, ne sono convinto, lasceranno presto il posto a nuovi incanti narrativi.
lacrima di sangue
00lunedì 11 giugno 2007 09:53
Ricordo che ai link die libri è possibile leggere l'ANTEPRIMA e una decina di pagine per farsi un'idea di stile e contenuto.
lacrima di sangue
00lunedì 2 luglio 2007 22:21
Nuove recensioni fresche fresche su (De)composizione di Viole:

Daniele Bonfanti

" Dove l'eleganza incontra l'orrore e la decadenza, là Ian Delacroix sguazza.
E' in grado d'incantare con la sua narrazione raffinata, di sedurre il lettore e poi di farlo ritrovare in zone d'ombra - confuso e disorientato.
Ma sa anche divertirvi, signori - macabramente, è chiaro. E lo fa, sempre con eleganza, altrettanto chiaro.
I racconti di (De)Composizione sono molto diversi tra loro, ogni palato orrorifico sarà soddisfatto: ci sono incubi, cose raccapriccianti, mostri, spappolamenti, bestioni, maschere, maledizioni, bare, divoratori di uomini... insomma tutte quelle cose per cui andiamo matti. Ma sono tutte raccontate e ridipinte da Ian attraverso il suo stile, che influenze ne ha - Poe, Ashton Smith, tra tutti - ma che colpisce per la sua maturità, per la sua pienezza e per la sua estrema personalità. Il lettore senz'altro apprezzerà quanta ponderazione, quanta cura, quanto metodo l'autore possiede e ha utilizzato per creare i suoi mostri e sussurrarglieli.
Sono racconti preziosi, che non deluderanno i lettori esigenti."



Jakken:

" Ian Delacroix sa bene che se il dubbio ti cinge e inizia a stringere, fa male più della paura.
Così ci porta in dimensioni che vacillano nella penombra, e ci sussurra...
Vi sembrerà di grattare via l'intonaco consunto di un antico palazzo, di contemplare le profonde rughe di una strega, d'inoltrarvi nei vaghi spazi di un umido banco di nebbia.
In ogni caso, vi convincerete di averle trovate voi queste otto grigie perle; perchè le sentirete come segreti appena celati, sfuggevoli dietro le pieghe del tempo, in attesa solo di un orecchio attento e di un cuore disposto a perdere qualche battito..."
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