Cristina Trivulzio di Belgioioso

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vanni-merlin
00domenica 25 marzo 2007 03:16
Cristina Trivulzio di Belgioioso
1808-1871


Di casata nobile, principessa, resta orfana del padre all'età di 4 anni. Educata secondo i dettami della aristocrazia lombarda all'età di 16 anni sposa il nobile Emilio di Belgioioso. Questo matrimonio, con un impenitente donnaiolo, ha vita breve. A vent'anni Cristina lascia il paese e per motivi di salute si reca prima in Liguria poi a Ischia. Frequenta salotti liberali mazziniani tanto che il suo passaporto "Lombardo" è nella lista dei sospesi dalla polizia. Dalla Francia in cui si è rifugiata, finanzia il movimento insurrezionale modenese di Menotti. Falliti i moti e rimasta senza soldi si rivolge a Parigi al marchese de Lafayette che la introduce a corte. Ripresi i rapporti con la madre in Italia recupera una parte del suo patrimonio. Nel 1832 il marito Emilio si stabilisce a Parigi e riallaccia i rapporti con lei dal quale avrà una figlia, Maria Gerolama (1838 ). Nel suo salotto accoglie Bellini, Liszt ma anche gli italiani in fuga. Nel 1840 ritorna in Lombardia, dove ritrova una società molto diversa da quella che aveva lasciato. Le sue idee "moderne" sono in netto contrasto con quella parte aristocratica che non abbandonerà mai l'imperatore d'Austria. Lo stesso Manzoni le vieta di assistere la madre Beccaria morente. Ritorna a Parigi dove si dedica alla stesura del suo primo libro (opera religiosa) in francese. Il marito dopo l'ultima scappatella sparisce per sempre dalla sua vita. Nel 1844 finanzia prima la nascita della Gazzetta Italiana subito sequestrata dalla Polizia, poi l'Ausonio diffuso dal Piemonte. Le difficoltà che in Piemonte le frappongono la spingono a portare a Napoli la redazione. Allo scoppio della rivolta delle 5 giornate Cristina ritorna a Milano accompagnata dai patrioti napoletani e qui si dedica al giornalismo con un altro foglio "Il Crociato". Dopo la sconfitta di Novara, anziché seguire l'amico Niccolò Tommaseo a Venezia, si reca a Roma col Mazzini, pur non condividendone l'avventurismo insurrezionale sempre fallimentare. Lei stessa aveva cercato di mediare con Carlo Alberto un avvicinamento fra i due. Il 2O aprile 1849 le viene dato l'incarico di formare un comitato di soccorso ( con Margaret Fuller* e la compagna di Pisacane Enrichetta di Lorenzo) ai feriti e ad assumere l'incarico di direttrice delle ambulanze. Nonostante l'impegno profuso dalla "cittadina Trivulzio", la mancanza di mezzi sanitari idonei non permette di fornire ai feriti anche gravi un idoneo intervento. Se a questo si aggiunge come diceva lei "Il consiglio di sanità composto di neri (preti) e di asini e l'intendenza di ladri"si capisce come i risultati tardassero a venire. Poiché anche gli interventi dovevano essere decisi collegialmente, il consiglio passava più tempo in seduta che sui malati. La sua proposta di aprire una scuola per infermiere, stante la situazione, cadde nel vuoto. Non è la prima volta che la Principessa Belgioioso si occupa del problema della formazione professionale femminile; tra le sue contadine lombarde di Locate ha condotto esperimenti di associazione per l'educazione, il lavoro e gli affari domestici. Sugli ospedali è stato steso un drappo nero nella speranza che i francesi evitino i bombardamenti, cosa che non avviene. Vengono colpiti quartieri come Trastevere e monumenti importanti. Nelle notti di tregua legge Dickens e assiste Mameli nella sua lunga agonia. Lasciata Roma vaga per diversi anni nel mediterraneo, prima da Malta ad Atene, poi da Scutari a Gerusalemme. Nel 1857 le vengono restituiti i beni confiscati e può ritornare a casa in Lombardia. Rimasta sola dopo il matrimonio della figlia scrive " Della presente condizione delle donne e del loro avvenire " e riceve nel suo salotto tutti i reduci del risorgimento. Il 5 luglio del 1871 muore a Milano.



da: digilander.libero.it/fiammecremisi/carneade/cristina.htm

[Modificato da vanni-merlin 25/03/2007 3.17]

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